mercoledì 30 giugno 2010

Jogging marino


Giorni fa, mentre ero in Sicilia, ho commentato su FB il mio correre a zig-zag sulla sabbia, seguendo l'andamento delle onde, su un percorso apparentemente libero, ma in realtà condizionato dal mare, perché il fondo della giusta consistenza è dove un'onda si ritrae e prima che arrivi la successiva.
Questa che ho fatto è una foto che mi ricorda il piacere di quelle corse verso il tramonto su quella spiaggia deserta, con il mare che lancia lingue schiumose sulla battigia, l'umido cedere della sabbia sotto il piede e la carezza del vento che gira le pagine dei pensieri...

lunedì 28 giugno 2010



Ho visitato il palazzo di famiglia di Tomasi di Lampedusa, l'autore del Gattopardo.
Nelle varie sale ci sono bellissimi soffitti a cassettoni, ma le pareti sono squallidamente bianche e le stanze completamente vuote di mobili.
Il vecchio custode ha detto che da giovane accompagnava i visitatori illustrando quadri ed arredi, ma che tutto poi è stato "arrubbato".
Mi è venuta in mente la canzone di Venditti "In questo mondo di ladri"....

Incontro a Punta Bianca


Dopo un mese di autosospensione per ristrutturazione mentale e riorganizzazione degli ingarbugliati neuroni, riprendo le pubblicazioni su questo giornaletto, iniziando con dei versi ispiratimi da un incontro fatto durante la recente vacanza. Anche se obiettivamente non avrei potuto far nulla, di questo episodio mi è restata un po' d'amarezza, e forse di rimorso, per non aver potuto, o saputo, cambiare la sorte di quel piccolo amico...

Un aspro sentiero
a picco sul mare,
e poi un casolare
sperduto sul monte,
la porta serrata,
un'arida fonte,
un piccolo cane
che accorre festante,
che aspetta da giorni
qualcuno che torni.
Ho solo carezze
da dare a quel cane,
non posso riaprire
la casa sul monte,
ho solo da offrire
un pezzo di pane.
Mi guarda e capisce
che devo partire,
mi segue e guaisce
per farmi restare.
Se fosse una fiaba
soltanto inventata
vedresti alla fine
arrivare una fata
che apre d'incanto
il suo casolare,
oppure sull'auto
il cane saltare,
ma era già scritto
un altro finale,
destino crudele
per quell'animale,
restare di nuovo
con gli occhi un po' tristi
da solo a guardare
sul ciglio del monte
quell'auto scappare,
lasciando le impronte
di chi se n'è andato,
di chi l'ha lasciato
così abbandonato.