martedì 22 novembre 2011

Scie


Come alcool che brucia
sui graffi di parole,
è come un colpo d’ascia
e restano le sole
sottili corde appese
del mio tappeto in volo,
sulle speranze accese
tra i buchi delle suole,
e sempre più contorte
le strade dietro l’angolo
come tirando a sorte,
quei fosfori son solo
le tracce ancora accese
di lucciole già morte.
E’ pietra che si sgretola
nella sabbia del mare,
un disegno di nuvola
che appare e poi scompare,
l’abbaglio di un momento,
un seme di tarassaco
soffiato nel vento,
l’orizzonte fantastico
il miraggio di un’isola,
un sogno da buttare
nel cestino elettronico.
Son rapide a bruciare
le mie ali di favola,
fantasie che dimentico
tra le mandorle amare.

sabato 19 novembre 2011

I gelsomini



Avevo scritto questi versi dopo il 2 Novembre, ma li pubblico solo ora con un pò di ritardo. Su questo tema avevo già scritto tempo fa una poesia, ma ogni volta che rinnovo quella visita, il ricordo di quei giorni riaffiora e ispira altri versi....

Ascesa un tempo lieve,
leggeri come il vento,
le nostre due allegrie
e cingoli da neve
le tue scarpe e le mie
sulle rampe scoscese
di questo verde monte,
accarezzando il muschio
delle tue mani tese,
ed un fior di gelsomino
raccolto dopo un salto
tra le ghiande e i cespugli,
senza badare ai graffi,
senza guardare appigli,
infilato tra i capelli,
e le allegre risate
tra il brusio dei ruscelli
come scrosci di cascate
e un duetto di canzoni
a guidare la cordata
delle nostre due emozioni
fino in cima alla salita.
Oggi ho fatto nuovamente
quel difficile sentiero,
dove c’era quel torrente,
dov’è ora un cimitero,
ed il bosco ora è muto,
solo immagini sfocate
delle nostre passeggiate,
di quel tempo ormai perduto,
solo aspri e irti sassi,
l’eco triste dei rintocchi,
gelo al cuore e stanchi passi,
e un rigagnolo negli occhi
nel portare a quel sorriso
dell’eterno tuo riposo
i tuoi cari gelsomini,
e il ricordo di quei giorni
quando avevi su quel viso
la letizia ed il rossore
per le mie frasi d’amore,
non per semplice riflesso
della luce dei lumini.

martedì 15 novembre 2011

Schiarita


A volte basta poco per cambiare un pò le cose... Una settimana fa vedevo tutto nero, ora c'è una schiarita: il premier si è dimesso, la nazionale ha vinto, la salute regge, ho fatto pace con gli amici internettiani, ho recuperato l'auto rimossa, il riscaldamento funziona, la moglie mi ha fatto una torta, la suocera rompe di meno....Cosa vuoi di più dalla vita ?

martedì 8 novembre 2011

Impasse


Come il maltempo che sta imperversando sul paese, provocando disastri e inondazioni e colpendo tanta gente, impedendo loro di riprendere una vita normale, anche sopra di me c'è un fitto mare di nubi che mi annebbia e mi vieta da giorni di rivedere un pò di sereno. Ragioni personali e disturbi di salute, problemi famigliari, contrarietà e fastidi vari, influssi sull'umore derivanti dalla situazione economica personale e generale del paese, delusioni e dispiaceri incontrati sul web, preoccupazioni e incertezze su certe scelte da fare ecc....Tutto questo mi provoca un malessere dal quale non so liberarmi e che mi rende abulico, apatico e sfiduciato, quasi passivo. Un pò come quegli aquiloni che non intendono decollare, tento di sollevarmi ma mi avvito subito e con rapide picchiate mi schianto di nuovo subito a terra.
Sto cercando di trovare motivi di interesse che mi stimolino quel tanto che basta a distrarmi e farmi uscire da questa inerzia e da questo pessimismo, ad esempio riprendere attività ed hobbies che ho quasi totalmente abbandonato, ma per ora senza successo. Ci sono troppi fattori concomitanti, e se non se ne risolvono almeno un paio dei più determinanti, dubito che la situazione migliori nel breve periodo...

venerdì 4 novembre 2011

Sul far della sera


A scanso di equivoci, questa poesia l'ho scritta più di un anno fa e, come tante altre mie, non si riferisce ad alcuno in particolare, parla di una figura femminile del tutto inesistente e di legami ed incontri ovviamente improbabili e puramente inventati, frutto solo di sogni mai vissuti nella realtà.....




Oggi il sole è velato
dietro un manto di nubi,
non c’è volo di storni
ad incantarmi gli occhi
e tacciono i fringuelli
sui trespoli del pino,
non fremono le felci
senz’ aliti di vento,
e il cane aspetta triste
qualcuno che è partito.
Eppure sento un fiume
che mi straripa dentro
da quando ho visto i fiori
aperti del tuo viso
tornati sulle vele
del mio vagante legno,
e son tornato a leggere
velluti di parole
quando temevo i dardi
trafiggermi per sempre.
Legati a lunghi elastici
saltiamo spesso il ciglio
di sponde parallele,
senza saper se indietro
saremo insieme attratti,
o se spezzato il vincolo
ognuno andrà lontano
seguendo la corrente.
Oggi però c’è un eco
in fondo a quel dirupo
che mi ripete tenero
sul fare della sera:
non devi più lasciarmi,
vorrei che tu restassi
accanto a me, vorrei
sulla tua stessa sella
sentire le tue braccia,
spronando il tuo cavallo
sulle dune di sabbia
col vento tra i capelli,
saltando le barriere
che ci solleva il tempo,
spezzando le catene
che ci oppone lo spazio.

martedì 1 novembre 2011

Momenti


Cerco un’ora di pace,
in quest’oasi silente
per filtrare il miscuglio
di pensieri frullati
e gettare nodi e grumi
che mi sporcano la vista
come mosche fluttuanti.
Un coniglio tende orecchie
sopra le verdi antenne
dell’erba spettinata,
e un vento leggero
scompiglia i vortici
dei moscerini in controluce.
Un trepido sole
perfora il velo grigio
di nubi e ramoscelli
e piove a brandelli
sulle ultime corolle
di anonimi fiori.
Riappare ancora
per un solo momento
in fondo al sentiero
il tuo sorriso che avanza
incontro alla mia attesa
e l’eco di un saluto
che rimbalza nel bosco
come un canto di uccelli.
Ma è un lume che si spegne
con la sera che scende
ad appassire i ricordi,
cancellando i colori
delle vesti leggere,
delle foglie morenti
e l’agitar di coda
di un cane festante.