lunedì 28 giugno 2010
Incontro a Punta Bianca
Dopo un mese di autosospensione per ristrutturazione mentale e riorganizzazione degli ingarbugliati neuroni, riprendo le pubblicazioni su questo giornaletto, iniziando con dei versi ispiratimi da un incontro fatto durante la recente vacanza. Anche se obiettivamente non avrei potuto far nulla, di questo episodio mi è restata un po' d'amarezza, e forse di rimorso, per non aver potuto, o saputo, cambiare la sorte di quel piccolo amico...
Un aspro sentiero
a picco sul mare,
e poi un casolare
sperduto sul monte,
la porta serrata,
un'arida fonte,
un piccolo cane
che accorre festante,
che aspetta da giorni
qualcuno che torni.
Ho solo carezze
da dare a quel cane,
non posso riaprire
la casa sul monte,
ho solo da offrire
un pezzo di pane.
Mi guarda e capisce
che devo partire,
mi segue e guaisce
per farmi restare.
Se fosse una fiaba
soltanto inventata
vedresti alla fine
arrivare una fata
che apre d'incanto
il suo casolare,
oppure sull'auto
il cane saltare,
ma era già scritto
un altro finale,
destino crudele
per quell'animale,
restare di nuovo
con gli occhi un po' tristi
da solo a guardare
sul ciglio del monte
quell'auto scappare,
lasciando le impronte
di chi se n'è andato,
di chi l'ha lasciato
così abbandonato.
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2 commenti:
bellissima poesia....solo chi possiede un cane riesce a capire l'affetto e la fedeltà che essi danno....
In realtà, ripensandoci più tardi, quel cagnolino mi fece meno pena, perché era libero di scorazzare sulla sua montagna, e forse il padrone era solo andato via per poco... Stava certo meglio di tanti cani chiusi in canili lager o maltrattati e addirittura mangiati, come in Cina...
E poi in quella zona il randagismo è endemico, nei giorni successivi di cani abbandonati ne ho visti a decine, e per loro è quasi uno stile di vita obbligatorio...
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