domenica 31 gennaio 2010

Piccoli haitiani


Non so se quelle persone fermate al confine di Haiti col pulmino pieno di bambini orfani o abbandonati potranno dimostrare la loro buona intenzione, ma qualora si accertasse che, lungi dall’essere benefattori, l’hanno fatto per venderli, o peggio per venderne gli organi, direi di riservare loro lo stesso trattamento degli sciacalli, cioè il linciaggio.

venerdì 29 gennaio 2010

Chi l'ha visto?


C'è stato un periodo in cui mi affascinavano gli stereogrammi, per l'illusione ottica con cui appaiono in profondità e in 3D delle figure da un informe disegno piatto. Di questo che allego avevo fatto un quadretto, perchè se ricordo bene si vede Eva con il serpente, e mi piaceva la scena. Ma devo aver perso l'esercizio e l'allenamento dell'occhio che avevo allora, perchè non riesco più a far saltar fuori l'immagine. Provate voi e ditemi se ci siete riusciti, che allora insisterò anch'io, perchè non devo esser da meno...

giovedì 28 gennaio 2010

Punto di vista

L'invito di chi mi legge a valutare con la giusta proporzione le sventure umani-animali ha sortito il suo effetto. Oggi, difronte alle due notizie : "Ragazza estratta dalle macerie di Haiti dopo 16 giorni" e "Cane salvato dopo 4 giorni su una lastra di ghiaccio", mi ha molto più emozionato vedere il salvataggio della ragazza. Segno che non è mai troppo tardi per salire di un piano e guardare il panorama da un punto di vista più in alto....

mercoledì 27 gennaio 2010

Io v/s Archimede


Sin dai tempi scolastici, c’è sempre stata tra me e i numeri, se non incomunicabilità totale, almeno una reciproca antipatia. Ma anche da grande ho sempre preferito affrontare le fatiche d’Ercole piuttosto che le tavole pitagoriche. Poi il destino mi ha fatto incontrare e scegliere un lavoro che, quanto più crescevano le responsabilità, tanto più aveva a che fare coi numeri, e una moglie che insegnava ed è tuttora sempre impegnata con la matematica.
Lei ogni tanto cerca di farmi apparire il suo lavoro meno ostico e la sua materia meno arida di quanto io la consideri, mostrandomi delle applicazioni di formule per lei attraenti o dei suoi lavori che dovrebbero aprirmi la mente sull’affascinante mondo dei numeri.
Aveva tentato di coinvolgermi coi numeri primi, mentre leggevo il vendutissimo romanzo che li cita nel titolo, ma senza troppo successo. Ora l’ultimo suo tentativo, conoscendo la mia propensione per le parole, o per i versi, è stato quello di propormi un compitino legato alle cifre del pi-greco, con riferimento alla giornata di questo famoso 3,14 ( il Pi-Day 2010 ), che si celebra il prossimo 14 Marzo ( 3.14 nella lettura anglosassone) e ai concorsi scolastici legati a questa data.
Il lavoro consiste nel formare una frase o una terzina con una serie di parole che rispettino, nel numero di lettere, le prime cifre della sequenza del pi-greco, massimo fino alla 50a. Per la cronaca, queste 50 cifre (non si dice numeri!)sono :

3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510

Per fare un esempio, una frase costruita tempo fa, con molta retorica, sulle prime 19 cifre è la seguente:
Ave o Roma o madre gagliarda di latine virtù che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza

Il concorso indica anche delle parole chiave che bisogna cercare di inserire, (se non tutte, almeno una) nel corpo della frase creata, ma per non scoraggiarmi in partenza il mio compito lascia facoltativa questa regola.
Sembra un po’ un passatempo da Settimana Enigmistica, però ci sto provando, e se qualcun altro si vuole divertire nell’esercizio, o suggerirmi un incipit che mi dia spunto per andare avanti, ben venga.

martedì 26 gennaio 2010

Attenti al cane


L'amore per gli animali non dovrebbe causare una deformazione mentale fino al punto di commuoversi per le disgrazie delle bestie più che per quelle degli uomini, eppure questo succede a molti, me compreso.
Tempo fa ho letto la commovente storia del cane che aspettava da vent'anni alla stazione il ritorno del padrone ormai morto, e magari il giorno stesso non mi ha turbato più di tanto sapere del bambino che chiede sempre quando tornerà il papà deceduto in Afghanistan. Giorni fa mi sono commosso leggendo del cane Rocky che ha fatto 600 km. per tornare dal suo padrone, ma la notizia di un uomo morto di sete attraversando il deserto o la lettura dei soldati assiderati nella neve della ritirata di Russia suscita meno emozione al mio animo indurito.
Oggi leggo che in Cina finalmente c'è una proposta di legge per vietare di mangiare cani ed esulto, poi magari mi dimentico che nella stessa Cina ancora tanti uomini vengono mandati a morte per reati che da noi neppure ci sogniamo di condannare...

domenica 24 gennaio 2010

Pan per focaccia


Anche uno scarafaggio, oltre essere bello “ a mamma sua”, ha diritto di vivere, o al limite di morire, senza soffrire per mano dell’uomo. Ho letto la notizia della turista fermata in dogana con una spilla contenente uno scarafaggio VIVO, legato a una catenella, tempestato d’oro e pietre preziose sul dorso. Non ho scarafaggi in casa, ma se capitasse li farei uscire senza schiacciarli, come faccio di solito con ragni o mosconi, che non amo particolarmente, ma che non mi attaccano.
Tanto meno mi sognerei di incollargli catene e pietruzze sulla groppa. Però questo trattamento lo riserverei alla cretina proprietaria della spilla e a quelli che gliel’hanno venduta, lasciandoli poi incatenati ad un piolo a strapparsi, come una maxiceretta superattak, le pietre, non certo preziose, incollate bene addosso.

Strombolicchio


Quando andai a Stromboli, guardavo lo stupendo isolotto poco lontano, che si ergeva come una torre in mezzo al mare e romanticamente, in certi stati d’animo, mi sorrideva l’idea di fare il guardiano del faro lassù, come un eremita isolato dal mondo. Ma dopo cinque minuti, valutati i pro, mi venivano in mente tutti i contro, niente piante, niente animali, il mare quasi inaccessibile, il vento, le tempeste, il rischio di restare senza cibo e medicine ecc. E poi ero giovane, che ragione c’era per rifiutare la vita ed i suoi piaceri per andare a ficcarsi lassù?
Non che adesso ci andrei, però se fossi costretto a mo’ di ergastolano, con i mezzi attuali penso che la vita sarebbe anche sopportabile. Senza niente il nemico peggiore è la noia, ma già avendo un PC e internet, più magari un cellulare, una TV per quel poco di buono che c’è, tanti libri, un cane, un gatto, un giardinetto e un po’ di animali da cortile, credo che la giornata passerebbe presto. Naturalmente se ci fosse anche una compagna sarebbe il massimo, e anzi si potrebbe fare a meno di tanti dei suddetti accessori, ma abbiamo parlato di ergastolano….

sabato 23 gennaio 2010

Tic,toc, TAC & Co.


Sono due giorni che guardo con l’acquolina nel piatto degli altri perché sto digiunando per fare un esame preventivo, uno di quelli che periodicamente sono consigliati dal medico perché “non si sa mai…”.
Se aggiungiamo tutti i controlli che facciamo spontaneamente perché, con quello che si sente e si legge, diventiamo un po’ tutti ipocondriaci, più quelli necessari per curare malattie accertate, più tutti quelli generati a catena per diagnosticare con certezza disturbi denunciati, ma che il tuo o altri medici non riescono a decifrare, si arriva a capire perché gli ambulatori sono sempre strapieni e perché il costo della sanità, e il nostro personale delle medicine, è sempre così alto.
Nel mio caso, ad esempio, ho perso il conto di quante periodiche radiografie e TAC ho dovuto fare per controllare che non ci sia più neanche un solo batterio superstite di un’infezione avuta qualche anno fa e che appunto, secondo il criterio del “non si sa mai”, potrebbe causarmi una recidiva.
Dell’infezione non c’è più traccia da un pezzo, in compenso ho accumulato tanta radioattività ( ho letto che una TAC corrisponde mediamente a 500 radiografie…) che quando, seguendo le mie volontà, mi cremeranno, le mie ceneri saranno rifiuti tossici da smaltire come quelli delle centrali atomiche… E dire che speravo poeticamente che venissero sparse in giardino, per fertilizzare le mie piante e magari rivivere un po’ ogni anno nei loro germogli…
Mi piacerebbe buttare uno sguardo in un ambulatorio del 2500 o più avanti ancora. Magari allora il progresso della scienza medica avrà inventato una specie di ‘body-scanner’ che, introdotto il paziente, fornisce infallibilmente e immediatamente la diagnosi completa e perfetta del suo stato di salute, o di malattia anche solo appena incipiente, facendo così risparmiare miliardi allo stato e al cittadino.
La contropartita però sarebbe un’allungamento della vita esagerato, un mondo sovraffollato da miliardi di vecchi con tutte le controindicazioni del caso. Ma potrei invece trovarmi davanti una terra già deserta come Marte, con le specie viventi già estinte per catastrofi naturali di cui già ora si avvertono i sintomi…

venerdì 22 gennaio 2010

Molecole


Quando ad una bella donna
alza il vento un po’ la gonna,
intravedi delle forme,
si risveglia un can che dorme.
Quelle forme son formate
da molecole accostate
che da sole sono astratte,
non si sa come son fatte,
ma se messe in fila indiana
tutte sotto una sottana
salta fuori tutto a un tratto
un qualcosa che sei attratto.
Di molecole un casino
ci son pure in un budino
ma se provi ad assaggiare
tanto uguale non ti pare:
nel budino quel che piglia
è il sapore di vaniglia
nella carne la carezza
è l’odore di freschezza.

Prima che qualcuno mi dia del vecchio satiro, preciso che questi versetti li ho trovati in un mio quadernetto di 40 anni fa...(non butto via niente..).
Comunque non ho cambiato idea...

giovedì 21 gennaio 2010

Frammenti del passato


Un bambino di volontà, la sua fragile torre di dadi ha investito un vento di parole, e già l'antica lebbra ride dai facili bottoni delle mie cicatrici.
Dieci dita sottili, succhielli d'acciaio nell'umida argilla delle mie tempie, e i tuoi occhi un aratro fra le pietre di cartone della mia fortezza.
Nell'arena del tuo corpo un toro già trafitto, una maschera di forza, un traliccio caduto nel groviglio dei tuoi fili. La mia marionetta dalle braccia scariche rituffate nelle tasche profonde del tuo volermi, mentre i conigli bianchi della mia paura di averti ancora passano una lingua ruvida sulle dolci ferite di sempre.

mercoledì 20 gennaio 2010

Arrivo di tappa


La mia corsa sulle strade del web per oggi è finita. Domani ci sarà un’altra tappa, o forse un giorno di sosta, per riposarmi, riflettere e curarmi le ferite.
Al traguardo, sul palco, ho visto l’amazzone, col suo elmo calato sugli occhi, brandire una spada contro la giuria, che voleva squalificarla per aver corso col suo nero cavallo. Quando si voltò dalla mia parte, non capii se mi stava guardando, ma vidi due lampi accecanti uscire dall’elmo per ferirmi gli occhi.
C’era anche la fanciulla che disegnava sulla strada: aveva ritagliato tante piastrelle d’asfalto con i suoi disegni, e appena mi vide me ne tirò un paio sulla testa, lasciandomi il segno.
Poi vidi la ragazza che dipingeva figure e che mi aveva donato il suo autoritratto, e lei contraccambiò i miei fiori posando un bacio sul palmo e soffiandolo verso di me.
Infine salì sul palco la giovane donna che avevo affiancato correndo: si era tolta la cuffia ed i guanti e stringeva in mano, agitandola, una bottiglia di spumante, che stappò spruzzandomi in segno augurale.
Avevo raccolto due pugni e due carezze, due fischi e due applausi. Forse domani la tappa sarà ancora in salita, o forse finalmente tutta in discesa..

martedì 19 gennaio 2010

I sassi ed i fiori


Avevo percorso migliaia di km. correndo su strade reali, senza parlare o ascoltare la gente ai bordi delle vie, con la barba degli anni sempre più lunga. Poi un giorno inciampai malamente e quella regolare falcata si ruppe per sempre. D’allora ho imboccato la strada irreale e digitale del web, lastricata con parole, con sassi e con fiori, e come uno stupido Forrest Gump virtuale corro ogni giorno lanciando a caso le mie parole, i miei sassi e i miei fiori.
Ho trovato sul mio percorso un’amazzone cieca, legata alle briglie del suo cavallo nero, ho frainteso le sue invettive, ho cercato di strapparle la benda nera che aveva sugli occhi per guardarla meglio, e lei mi ha colpito col suo arco bianco.
Poi ho incontrato una fanciulla che disegnava animali e scriveva favole sull’asfalto, con le mie scarpe chiodate ho calpestato i suoi disegni e lei mi ha urlato la sua rabbia.
Continuando la mia corsa senza senso e senza meta, ieri ho poi visto una ragazza che dipingeva i suoi quadri sul ciglio della strada. Le ho lanciato i miei fiori e lei mi ha donato un suo quadro.
Ora ho affiancato una giovane donna che corre ascoltando in cuffia canzoni, guardando la bellezza del cielo, dei prati e dei monti davanti a sé e mimando nello stesso tempo dei colpi di boxe con le mani guantate. Le ho raccontato dei miei incontri precedenti, ma non so se mi ha ascoltato, e se alla fine mi arriverà una carezza od un pugno. Ed io userò ancora i miei sassi o i miei fiori.

lunedì 18 gennaio 2010

Mea Culpa


Oggi è il mio compleanno. A parte la mestizia di un nuovo decennio da affrontare, sempre più in salita, l'unico regalo che ho ricevuto è un messaggio di auguri della sola amica non ancora incazzata che mi è rimasta sul web, perchè, sempre oggi, me ne sono giocata un'altra, o forse due in una volta, per il solito gusto di fare battute, vizio già di per se stesso deprecabile, quando si sta parlando di cose serie. L'intento è sempre scherzoso e non c'è mai l'intenzione di offendere qualcuno, ma la cosa raramente viene apprezzata e anzi ultimamemte ha provocato solo risentimenti e rigetti.
Oltre tutto questa volta, pensando di rimediare, ho invece appesantito il carico,
aggiungendo una frase latina di Quintiliano che dice " Meglio perdere un amico che il piacere di una battuta". Così l'amico l'ho perso sul serio, e la torta di compleanno l'ho presa in faccia.
Non mi resta che recitare:"Chi è causa del suo mal pianga se stesso"

domenica 17 gennaio 2010

Quando la terra trema


Questa foto, pubblicata sul Corriere di ieri, arriva da Haiti,e mi pare simbolica per rappresentare la tragedia che si sta svolgendo in quel paese.
Vorrei che la tenessero a mente tutti, ma specialmente:
- Chi non vuole vedere scene di miseria e di morte e cambia canale
- Chi fa le case e mescola il cemento con la sabbia
- Chi pensa subito a come guadagnarci in questa disgrazia
- Chi di solito si lamenta per il chiasso dei bambini
- Chi brontola mentre è in fila per i saldi di Armani
- Chi dice: "Questo filetto è troppo innervato!"
- Chi pensa: "Chissà quanti poveri cani abbandonati!"
- Chi vive nella gabbia dorata di un reality
- Chi commenta: "La crociera non facciamola ai Caraibi, che sono a rischio !"
- Chi vuole comprarsi un bambino sopravvissuto a prezzi stracciati
- Chi non fa donazioni perchè "tanto i soldi se li frega la mafia"
- Chi dice : "Se c'era Berlusconi era già tutto sistemato !"
- Chi come me spesso predica bene e razzola male...

sabato 16 gennaio 2010

La pianta e la spina


Avevo una bella pianta grassa, un Echinocactus, senza rami per protendersi in alto, senza foglie per respirare bene, senza gli occhi dei fiori per guardarsi attorno, ma piena di spine per difendersi.
Però pungeva solo se afferrata incautamente, perché se presa con delicatezza la si poteva perfino accarezzare. Un giorno che ero disattento e nervoso urtai sbadatamente il suo vaso, lei cadde a terra e quando la raccolsi mi trafisse la mano, anche se ora stavo attento a maneggiarla. Reagii infilzandola con un punteruolo, per non rischiare di ferirmi ancora, e la portai fuori di casa, abbandonandola al freddo dell’inverno. Ma cadendo aveva perso una spina, e quando raccolsi la terra dal pavimento la spina mi entrò profonda nel palmo, e mi tormenta ancora adesso.

venerdì 15 gennaio 2010

Fortune e sfortune


E'già normalmente scandaloso che il superenalotto assegni una cifra assurda ad una sola persona. Ma oggi, difronte al disastro, alle disgrazie e alle sofferenze degli abitanti di Haiti, questo stride e, almeno a me, irrita ancora di più. Credo che nessuno di quelli che questa settimana hanno puntato i loro numeri si rifiuterebbe di destinare tutti quei milioni di euro del monte premi alle popolazioni che stanno soffrendo in quel paese. O è solo una pia illusione ?

Eclissi


L'eclissi solare straordinaria (11 minuti) di oggi sarà visibile in maniera ottimale, cioè perfettamente anulare, solo nelle isole Maldive, dove sono confluiti i maggiori astrofili mondiali per godersi lo spettacolo. Sarà così la prima volta che si va alle Maldive, come fanno tutti ed ho fatto anch'io anni fa, non per guardare nel blu dei fondali ma per guardare nel blu del cielo, ma sempre aspettando il passaggio di qualcosa di stupendo da fotografare...

giovedì 14 gennaio 2010

Moscacieca


Da piccolo ricordo che mi divertivo a bucare con uno spillo gli occhi dei ritratti nell’album delle foto, specie quelle, ripetute ogni anno, della scolaresca delle elementari, e i più mirati erano i compagni che mi stavano antipatici o mi avevano fatto torti, come se con quella specie di rito vudù volessi scacciare il maligno che mi evocavano quelle facce.
Alla fine di questo sadico sfregio mettevo la foto controluce per vedere meglio i fori e la luce che, passando dentro, dava un effetto spettrale a tutti quei visi sfigurati.
Le nostre classi erano di soli maschi perché allora non c’erano classi miste, ma io avevo rubato la foto della ‘quinta C’ di femmine dove c’era una mia fiamma, e a casa continuavo a fantasticare guardando il ritratto di questa bambina con le lunghe trecce bionde, che peraltro ignorava, o forse aveva solo intuito, questa mia passioncella.
Ma un giorno la vidi ai giardini per mano ad un ragazzetto che sapevo mio rivale, ed anche dopo li vidi sempre assieme nei corridoi e fuori dalla scuola.
Mi prese una tale rabbia che afferrai la foto della sua classe e le sfondai gli occhi con un grosso chiodo. Nei giorni successivi non la vidi a scuola e mi dissero che forse era malata. Restò assente per il resto della settimana ed io cominciai a temere per lei, come se con quel gesto le avessi fatto il malocchio e le avessi procurato del male.
Sapevo dove abitava perché l’avevo seguita diverse volte all’uscita dalla scuola, allora la Domenica successiva entrai nel cortile dov’era la sua casa e vidi che c’erano tanti bambini che facevano girotondo. Poi d’un tratto vidi lei con gli occhi bendati, tenuta per mano da due amiche che l’accompagnavano a giocare con gli altri. Ebbi un tuffo al cuore e per un momento temetti, per una specie di maleficio, di averla accecata anche nella realtà, ma poi vidi che la trascinavano ridendo in mezzo al cerchio e la facevano ruotare come una trottola, e capii che stavano tutti semplicemente giocando a moscacieca.
Però quello spavento aveva lasciato una traccia nel mio subconscio, perché d’allora persi l’abitudine di forare gli occhi dei ritratti, non solo, ma mi restò addosso un po’ di senso di colpa per cui ancora adesso, se vedo un cieco per strada l’aiuto ad attraversare, e se mi capita, come di recente, di incontrare un non vedente navigando su internet, cerco un contatto come se la mia coscienza dovesse ancora farsi perdonare qualcosa per quell’antico sgarbo.
Poi magari, come Fantozzi che rompe un vaso cinese, lo faccio così maldestramente che vengo giustamente mandato al diavolo e me ne torno a corna basse a dire cretinate su questa pedana virtuale…

mercoledì 13 gennaio 2010

Battuta fuori tempo


Stasera, alle 23,58, alla fine della trasmissione 'Parla con me', Vergassola ha fatto questa battuta: " Ciro Ferrara ha diviso i giocatori in due squadre per la solita partitella di allenamento : ebbene, hanno perso tutte e due!"
Mi spiace ma questa battuta è arrivata tardi, perchè stasera, alle 22,30, la Juve ha vinto 3-0 e Del Piero ha fatto una doppietta ! E io vado a letto quasi contento, se non fosse per il pensiero delle migliaia di morti che ha fatto oggi il terremoto di Haiti e delle migliaia di feriti che probabilmente ora stanno morendo sotto le macerie.

martedì 12 gennaio 2010

Lo squalo cieco


Stavo pinneggiando lentamente lungo la barriera, a caccia di nuovi variopinti pesci o coralli da fotografare, quando sotto l’ombrello di una madrepora vidi sporgere la coda di un “pinna bianca”, uno dei tranquilli squali che spesso incontravo, sempre in moto perpetuo su quei fondali, ma mai coricati a terra come una nutrice. Mi avvicinai, girai attorno al grosso fungo e compresi il motivo di quella stranezza: il povero squalo aveva un arpione conficcato in capo, proprio in corrispondenza dell’occhio, e un pezzo di sagola, che lui aveva evidentemente troncato per liberarsi, pendeva dall’estremità dell’asta.
Un cacciatore sub deficiente si era evidentemente divertito a fiocinare quel bel pesce, non certo per esigenze alimentari, ma solo per il gusto di ammazzare prede inutili e farsi bello con gli amici.
Così ferito ed accecato, lo squalo non era evidentemente più in grado di nuotare e trovare cibo ed orientamento, ed era destinato ad una rapida fine. Per cercare di aiutarlo, afferrai l’asta e tentai di strapparla dalla sua carne, ma l’aletta terminale era ben conficcata ed impediva l’estrazione, e provocai soltanto ulteriore strazio alla ferita. Lo squalo, per il dolore, reagì con uno scatto improvviso, rovesciandosi fuori dal riparo e venendomi addosso. Feci appena in tempo ad arretrare e il suo morso azzannò soltanto una mia pinna, poi lui girò il muso nuovamente verso il fondale e si allontanò pinneggiando a zig zag e tutto sbandato da un lato, col suo arpione ancora infilzato nell'occhio, cercando penosamente di orientarsi in quel mare diventato per lui ormai buio ed ostile.
La lezione tratta dall’avventura era che se non conosci bene l’ammalato e sei inesperto di medicine le buone intenzioni sono spesso controproducenti e arrechi più danno che beneficio.

P.S. Nota dell'autore: qualcuno si chiederà il motivo di questi continui post sul tema della cecità .. E' che devo scontare una penitenza autoimpostami, e forse ce ne saranno ancora, se non mi arriva un segnale che possono bastare...

lunedì 11 gennaio 2010

VOLO CIECO


Era uno di quei Piper monomotore ad elica che vediamo spesso volteggiare sopra le nostre spiagge con un lungo festone attaccato in coda che pubblicizza qualcosa. Un giorno un altro piccolo aereo acrobatico gli piombò addosso mentre faceva pazze evoluzioni e giri della morte, sfondandogli il parabrezza e distruggendo la strumentazione di bordo, bussola inclusa, e spezzandogli il timone di coda con tutti i comandi di controllo del volo. Il piccolo Piper iniziò a sbandare e a mulinare nel cielo, mentre il suo festone troncato serpeggiava malinconicamente verso il mare.
Come una cicogna accecata dai pallini di un cacciatore, incapace di governare, perse la rotta e continuò a planare seguendo le correnti e veleggiando come un aliante senza pilota. Nessun soccorso arrivò a guidare il suo volo cieco, cercando di riportarlo a terra.
Poi dalla coda tronca iniziò ad uscire un fumo denso. Senza più il suo festone, iniziò a volteggiare nel cielo descrivendo col fumo parole di aiuto, poi di protesta e di rabbia per la sua situazione che nessuno vedeva e cercava di risolvere. Lo seguii con lo sguardo leggendo tutti i suoi messaggi, ma incapace di far qualcosa per evitare che precipitasse definitivamente.
Venne la notte e il piccolo velivolo proseguì il suo volo senza meta, guidato solo un poco dalla luce della luna davanti a sé. Allora accesi una lunga striscia di fuochi sulla battigia, sperando che riuscisse ad intravedere quel barlume e seguirlo per atterrare.
Ma i miei fuochi di paglia si confondevano con i fari delle auto della litoranea adiacente. Il Piper cercò di atterrare ma capottò sull’asfalto, finendo di distruggersi, mentre le auto continuarono a sfrecciare senza fermarsi. Mentre mi allontanavo, dal suo rottame accartocciato si levò un’ultima scritta fumeggiante e lessi: “ Deficiente …ente… ente…ente !”

venerdì 8 gennaio 2010

L'aquila cieca


C'era un'aquila ferita, caduta in quel cespuglio di rovi, abbattuta da qualche maledetto cacciatore, con i grandi occhi ormai spenti, trafitti ed accecati dalle spine. Si dibatteva e cercava di liberare le grandi ali, lanciando il suo lamento alto nel cielo, e col forte becco dava potenti colpi per troncare i rami spinosi che la straziavano. Ma ogni sforzo era vano, e più si agitava e più si feriva.
Ci sarebbero volute mani esperte per aiutarla, per cercare di liberarla, cauti interventi di dita delicate, fasciate da guanti sottili, che dipanassero quel groviglio di rovi, ma io intervenni con un paio di guanti da boxe e aggiunsi solo danno, aumentando le ferite, e l'aquila reagì beccandomi forte dal suo letto di spine.

mercoledì 6 gennaio 2010

Orecchie d'asino


Un mio amico d'infanzia, ritrovato su Facebook, mi ha mandato una vecchia foto di classe delle elementari ( parliamo del lontano 1950..) con segnati (oggi si direbbe 'taggati') i nomi dei compagni che lui si ricorda. Io non ne ricordavo quasi nessuno, ma combinazione rammento bene proprio uno dei due che invece lui ha omesso.
Si chiamava Venturini e lo ricordo bene perchè era una vera teppa. Un giorno era perfino venuto in classe con un mattone che mi voleva tirare per una questione di "donne" (o bambine..) La maestra lo puniva così spesso che penso abbia passato alle elementari più tempo dietro la lavagna che sul banco.
Ora le lavagne non sono più come una volta, sono attaccate al muro e spesso non sono neanche più fatte di lavagna. Addirittura alcune scuole pilota stanno adottando dei grandi schermi 'touch-screen', cioè lavagne interattive collegate ad internet per gli accessi multimediali. Siamo cioè a secoli di distanza dalle lavagne che ricordo io.
Mi chiedo dove la maestra manderebbe oggigiorno Venturini a scontare le sue punizioni...Forse, come nei videogiochi, verrebbe espulso dalla classe, ma la sua immagine virtuale resterebbe in un angolo dello schermo, nel riquadro dei 'cattivi', accanto a quello dei 'somari', con un count-down che segni il tempo residuo di permanenza in punizione..

martedì 5 gennaio 2010

Abbiamo perso un punto


Uno studio lungo ed approfondito di un manipolo di scienziati ha stabilito che il "punto G" della donna non esiste.
Premesso che a mio parere la scienza dovrebbe dedicarsi a scoprire altri misteri ancora irrisolti del corpo umano e delle sue malattie e risolvere problemi più importanti per l'umanità, la notizia non mi ha particolarmente sconvolto, anzitutto perchè non avendolo mai scoperto prima, la sparizione ufficiale di tale punto non mi priva di alcun riferimento essenziale alle mie già poco mirate prestazioni, ma soprattutto perchè mi è sempre parso che le donne stesse avessero un'idea abbastanza vaga di dove fosse questo fatidico centro del piacere e quale pulsante bisognasse premere per accenderlo, e che, anticipando inconsciamente i risultati di questa ricerca, avessero stabilito da un pezzo che l'importante è far entrare l'invitato nella sala riunione e poi va bene qualsiasi posto, anche se non è al centro del palco...

lunedì 4 gennaio 2010

Sci d'alto bordo


E' una settimana che al telegiornale di Italia 1 delle 12,30 trasmettono un servizio da Cortina con le interviste ai villeggianti e sciatori VIP della famosa località ampezzana. Non se ne puo' più. Non che sia invidioso delle vacanze dorate di tanti eletti, ma anche volendo ignorare l'altro 99% di italiani che vacanze simili non se le possono permettere, e i milioni che di vacanze non ne fanno affatto, ci sono comunque tantissimi sciatori che frequentano località montane meno rinomate e le cui impressioni esprimerebbero magari le opinioni e le abitudini di una fascia più ampia di popolazione sciistica. Ogni giorno (ma ieri ho subito cambiato canale ) mi sono sorbito i commenti di aristocratiche madame paludate con pellicce e immancabili colbacchi fatti di poveri visoni scuoiati e di nobili rampolli con tute supertecniche che descrivevano come, ad ogni nuvola di passaggio, erano stati costretti a cambiare lo sci, dal 'fat' al 'cross' e viceversa, perchè la 'sciancratura' non si addiceva alla neve del momento. Per me, che ho imparato a sciare con un paio di stanghe di legno lunghe due metri, sulle quali i miei scarponi da alpino del 15-18 erano saldati indissolubilmente con tenaci stringhe di cuoio, la sciancratura è solo un'aderenza della giacca, per cui all'inizio non vedevo il nesso tra la linea della tuta e la durezza della neve. Poi i miei neuroni, come al solito lenti a carburare, si sono interconnessi e il nesso l'ho potuto afferrare..
A parte ciò, perchè non trasmettere anche un servizio da Pescasseroli, Pragelato o Pizzatorre ?

domenica 3 gennaio 2010

Cornuto e mazziato


Ieri, mentre aspettavo mia moglie in auto, in sosta al parcheggio del supermercato, è arrivata un'altra auto con due giovani a bordo, s'è affiancata alla mia e poi quello al volante ha aperto la portiera senza alcuna cautela, sbattendo violentemente contro la mia fiancata e segnandomela vistosamente, nonostante la protezione del parabordi.
Sono sceso dalla vettura e ho fatto le mie rimostranze con pronta e manifesta irritazione, ma con meno escandescenze di quelle che sarebbero state opportune, avendo considerato l'aspetto, le facce balorde e l'atteggiamento arrogante dei due screanzati che mi si sono parati davanti come se il torto fosse mio.
Non saprei riferire in dettaglio la sequela di insulti e di minacce che ha fatto seguito alle mie proteste e alla mia richiesta di risarcimento mediante la doverosa compilazione del modulo di constatazione "amichevole" dell'accaduto, anche perchè erano espressi in uno stretto dialetto certamente non meneghino. Pur essendo anch'io di origini centroitaliche e quindi semiterroniche, per pluridecennale residenza lombarda interpreto ormai perfettamente il milanese, ma mi sfuggono certe espressioni tipiche del meridione italico.
Ho solo realizzato che quel modulo, anzichè compilarlo, avrei dovuto sollecitamente trasformarlo in una supposta, almeno questo mi ha fatto supporre l'ultima espressione "te lo ficcu intuluculu !..."
A questo punto ho tentato un maldestro assalto tipo Zidane-Materazzi, ma ho rischiato subito di finire come l'interista, senza neppure un arbitro che potesse intervenire ad espellere i due prepotenti. Contemporaneamente ho capito perchè non sia poi così assurdo che dei miti pedoni possano trasformarsi in violenti automobilisti e arrivare, non solo a menar le mani, ma anche a prendersi a rivoltellate.
Pero' ho fatto un rapido calcolo del pro e del contro e di quello che mi sarebbe costato, in tempo ed integrità fisica, andare avanti a litigare o peggio chiamare i vigili per denunciare il danno, le ingiurie e il resto.
Con assai poco coraggio, ma forse con saggezza sono rientrato nella mia auto e l'ho spostata in un'altra fila, accompagnato dalle gesta cornificanti dei due, e prima che finissero di sfogarsi prendendo a calci la mia carrozzeria.
Appena li ho visti allontanarsi per andare al super, ho avuto la vigliacca tentazione di rendere pan per focaccia sfregiando anche la loro fiancata, poi mi sono limitato a prendere la targa con l'intenzione di fare comunque una denuncia scritta.
Ma poi, immaginando già che senza testimoni si sarebbero fatti quattro risate e avrei solo sprecato i soldi della raccomandata, ho gettato l'appunto e me ne sono tornato scornato verso casa, con mia moglie che dal sedile accanto mi diceva : " Fortuna che non sei venuto dentro, c'era una ressa tale che ti saresti solo incazzato..."

sabato 2 gennaio 2010

Magie


Nel video che ho postato qui sotto ci sono delle finte magie, come quelle che il nostro premier ci ha sventagliato per tutto il 2009, mentre per il 2010 vorrei vedere magicamente realizzate delle promesse che, non solo lui, ma tanti politici, non solo italiani, ci fanno e poi non mantengono, come predicare la pace e poi fare la guerra, auspicare le unioni e poi causare le divisioni, aiutare i più deboli e poi avvantaggiare i più forti, combattere la mafia e poi farsene complici, condannare i veleni e poi contribuire a diffonderli, amare gli animali e poi farne strage, difendere il verde e poi distruggere le foreste, e così via. Anzi, se qualcuno vuole aggiungere altre promesse da me dimenticate, che vorrebbe veder magicamente realizzate quest'anno, me le suggerisca nei commenti per completare il quadro dei nostri desideri da mettere nella calza della Befana.

venerdì 1 gennaio 2010

DECADI E DECADIMENTO


Ogni volta che ci si riunisce tra amici, man mano che passano gli anni si parla sempre meno di cose allegre e sempre di più di malattie. Ricordo che ad una cena di vent'anni fa c'era chi si sentiva già vecchio e chi invece vedeva vecchia la moglie, e avevo condensato la situazione con una specie di scioglilingua :

META' DELLA META'
LAMENTA LA META
DI MEZZ'ETA'
E LA META' LE META'
DI TALE ETA'

Ora, all'inizio di una nuova decade, dovrei riassumere i discorsi della cena di S.Silvestro così :

PIU' DELLA META'
LAMENTA LA META
DELLA TERZA ETA'
E LA TOTALITA'
DELLE META' L'ETA'
DELL'ALTRA META'

Ho allegato la foto di un mio quadro del lontano '77 perchè rende l'idea.....