venerdì 11 marzo 2011

Ivano, stavolta non è una favola…


Ciao Ivano, la notizia che non sei tornato dal tuo ultimo viaggio mi ha scosso come il terremoto che oggi ha sconvolto il Giappone.
Ti avevo incontrato nel mondo virtuale di internet dove le amicizie ed i legami non sono però affatto virtuali. Come succedeva un tempo con le corrispondenze tra pen-friends, spesso le persone che si incontrano e con le quali si scambiano commenti e anche sentimenti su Facebook diventano così familiari che le sentiamo più vicine e confidenti di amici reali che frequentiamo fisicamente nella nostra realtà quotidiana.
Tu facevi parte di un gruppo di amici che si era spontaneamente formato per affinità di gusti, orientamenti, conoscenze, sensibilità , spirito e singolarità caratteriali, con i quali era piacevole incontrarsi, chiacchierare e scherzare quasi quotidianamente, ed eravamo così affezionati a questi appuntamenti da entrare quasi in crisi d’astinenza se per qualche motivo, una malattia, un viaggio o un semplice guasto del computer ci impediva di salutarci, anche fosse per un semplice buongiorno.
Per la familiarità che appunto consente di raggiungere questo moderno network, ci siamo anche scritti privatamente, ci siamo fatti delle confidenze ed abbiamo approfondito la nostra reciproca conoscenza. Mancava solo un incontro reale per conoscerci di persona, e l’avevamo anche programmato, visto che non eravamo neppure geograficamente lontani.
In queste lettere tu mi hai spesso rimproverato, come altri amici del resto, di aver appuntito con uno spillo le freccette di carta della mia cerbottana ( difetto che comunque mi avete sempre perdonato), oppure di essermi allontanato per giorni senza apparenti ragioni, come ora ad esempio, dalla ribalta di Facebook, ed io ho cercato di spiegartene le ragioni, come tu hai chiarito altri punti sui quali c’era stato fra noi un malinteso. In una delle mie favolette su questo blog ti avevo garbatamente preso in giro per le tue minuziose ed sapienti descrizioni di luoghi, fatti e avvenimenti, e mi sembrava che tu ti fossi un po’ risentito, invece mi avevi risposto che anzi la cosa ti aveva divertito. Tra l’altro in questa favola si diceva di te “ partì, e d’allora se ne persero le tracce”, e la cosa ora suona sinistramente profetica…
Mi avevi anche spesso invitato ad unirmi a qualcuno dei tuoi giramondi, e la cosa, se non fosse per qualche sopraggiunto acciacco senile, mi aveva tentato parecchio, visto che il fascino dei viaggi avventurosi ci accomunava ed anch’io ho un passato ricco di analoghe spedizioni in terre sperdute e spiagge esotiche. Magari in un viaggetto meno agli antipodi prima o poi ti avrei seguito, ma il destino ha voluto diversamente. Viviamo ognuno lungo strade tortuose senza sapere mai cosa c’è dietro l’angolo, e per chi suona ogni giorno la campana..
Così ora questo filo, direi meglio questo feeling, che ci univa s’é improvvisamente spezzato, perché la sorte ti ha fermato in un mare lontano, dove anch’io, guarda caso, nel lontano 1975 avevo rischiato di non tornare più a terra. So quanto sia attraente tuffarsi in quelle acque e lasciarsi affascinare dallo spettacolo del mondo sommerso, seguendo la corrente senza più curarsi della propria sicurezza.
Forse tu sei stato vittima di una di queste disattenzioni, o mi piace pensare che tu abbia preferito, come i grandi esploratori del passato, finire i tuoi giorni, conformemente alla tua indole, seguendo le esaltanti tappe di un tuo diario di bordo piuttosto che il malinconico tramonto in un letto lombardo.
Ricordo i tuoi frequenti inviti al gruppo degli stretti amici facebucchiani di organizzare un prossimo incontro mangereccio in un ristorantino dell’entroterra ligure dalle parti del “Capitano”, con vista e sapore di mare, e quello che ora più mi rammarica è di non poter veder realizzato questo progetto in questo mondo reale. Ma non è detto che non si possa farlo nell’altro mondo, quello che forse, chissà, è molto meno virtuale di quello dove ci incontravamo quaggiù.
Io ho tutti i requisiti anagrafici per arrivare per primo a questo nuovo appuntamento extraterrestre, e conto di incontrarti e sedermi con te a quella famosa tavolata, dove potremmo ingannare la lunga attesa degli altri commensali raccontandoci i dettagli dei nostri viaggi e ascoltando la musica di tutti i concerti che tu hai seguito, magari collegandoci ancora, come un tempo, in diretta su YouTube…
Per questo non ti dico addio, caro amico, ma solo un arrivederci a presto, dal tuo amico internettiano,
Paolo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

arrivederci Ivano, non ho parole mi resta solo il rammarico di non averti potuto incontrare, ma come dice Paolo ci incontreremo tutti là prima o poi....ciao patry

Daniela ha detto...

Grazie Paolo. Io Ivano l'ho conosciuto di persona e condivido tutto quello che hai scritto.
Daniela Grossi

joumana ha detto...

...cuore e anima le tue parole
" le tue parole sono uomini "
un abbraccio....