lunedì 1 aprile 2013

Le spighe e la falce

Eri bella quando al mattino
raccoglievi i tuoi biondi capelli,
o alla sera quel gesto con cui
denudavi la nuca e le spalle
con le trecce disciolte sul seno,
e col pettine aravi quel mare
di dorate spighe ondeggianti.
Poi d’un tratto li vidi tagliati
non capivo, ti chiesi il perche’,
una folgore fu la risposta
che mi cadde quel giorno sul cuore.
Le tue dita come fusi sottili
a intrecciare capelli non piu’,
ma soltanto quel lembo di stoffa
a celare le ciocche cadute.
Carezzavo il tuo capo rasato,
ti stringevo le mani tremanti,
mi inondavi di lacrime il petto.
Le tue chiome ho serbato d’allora
e quel giorno che tu mi hai lasciato
le ho riposte accanto al tuo viso
che dormiva un placido sonno
nel suo letto di legno per sempre .

(pieffe 1.4.13)




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