venerdì 4 novembre 2011

Sul far della sera


A scanso di equivoci, questa poesia l'ho scritta più di un anno fa e, come tante altre mie, non si riferisce ad alcuno in particolare, parla di una figura femminile del tutto inesistente e di legami ed incontri ovviamente improbabili e puramente inventati, frutto solo di sogni mai vissuti nella realtà.....




Oggi il sole è velato
dietro un manto di nubi,
non c’è volo di storni
ad incantarmi gli occhi
e tacciono i fringuelli
sui trespoli del pino,
non fremono le felci
senz’ aliti di vento,
e il cane aspetta triste
qualcuno che è partito.
Eppure sento un fiume
che mi straripa dentro
da quando ho visto i fiori
aperti del tuo viso
tornati sulle vele
del mio vagante legno,
e son tornato a leggere
velluti di parole
quando temevo i dardi
trafiggermi per sempre.
Legati a lunghi elastici
saltiamo spesso il ciglio
di sponde parallele,
senza saper se indietro
saremo insieme attratti,
o se spezzato il vincolo
ognuno andrà lontano
seguendo la corrente.
Oggi però c’è un eco
in fondo a quel dirupo
che mi ripete tenero
sul fare della sera:
non devi più lasciarmi,
vorrei che tu restassi
accanto a me, vorrei
sulla tua stessa sella
sentire le tue braccia,
spronando il tuo cavallo
sulle dune di sabbia
col vento tra i capelli,
saltando le barriere
che ci solleva il tempo,
spezzando le catene
che ci oppone lo spazio.

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