domenica 30 agosto 2009

C'è sole dietro le nuvole?


Mi dicono: quando scrivi sei sempre tragico, sfiduciato, spesso funereo... Sarà che mi porto dietro il pessimismo e la paura che ebbi sei anni fa, quando stavo per salire sulla barca di Caronte e mandavo messaggi d'addio agli amici, del tipo :

........Pensavo di avere ancora un po’ di stagioni da vivere e non ero preparato a un capolinea così improvviso......

.....ormai sono oltre la barriera delle cose materiali e delle miserie terrene, sono già in un’altra dimensione; che me ne frega della neve che stasera è arrivata, delle targhe alterne , del dollaro che scende, del petrolio che sale, della bolletta della luce , delle file in tangenziale.......

....vorrei conservare , se domani non riesco a doppiare il Capo di Buona Speranza, di tutti i 5 sensi, solo l’udito della musica e le immagini che vedo, a occhi chiusi , della mia casa , dei miei, delle mie montagne, dei tanti mari che ho solcato....

........ la mia doppia elica tornerà a sciogliersi nel brodo primordiale, e mi brucerò nel cielo come una lunga scintilla, come hanno appena fatto gli astronauti dello Shuttle....


e altre piacevolezze simili. Ma allora c'era una valida giustificazione a tanto pessimismo, mentre ora dovrei vedere il mio orizzonte ancora roseo. Il fatto è che alla mia età sei anni in più sulla bilancia compensano abbondantemente tutto il peso tolto allora, quando la falce non mi ha beccato, e così sono ancora qui a chiedermi, come in una canzone di Vecchioni "Tu, quanto tempo hai?"

E poi hanno contribuito a non rallegrarmi anche le aspettative deluse rispetto a quando dicevo: "se tutto dovesse finire bene, potrei tornare a godermi il sole, le mie piante, i miei fiori....". Ora il sole, per espressa prescrizione medica, devo evitare assolutamente di prenderlo, le piante fanno frutti sempre bacati, i fiori appassiscono perchè per innaffiarli devi farti mangiare dalle zanzare... Insomma, c'è motivo per essere allegri ?

sabato 29 agosto 2009

Comunque c'è stato anche un momento d'ottimismo, quando sei anni fa scrivevo questi versi:

ALBA NUOVA

Torno a veder l'autunno
col suo vento di foglie,
per me lieta stagione
dopo i mesi sofferti
di quest'anno sprecato.
Il corpo e più la mente
trafitti all'improvviso
da una folgore doppia,
le redini recise,
le vele avviluppate,
e un letto di veglie
che avvelena i pensieri
tra siringhe ed attese,
e un cuscino di vespe
la mia testa fasciata,
e un nido di formiche
tra le mie lenzuola,
e un buio precipizio
in fondo al mio domani.
Poi la buona novella
getta un ponte di corde
verso la nuova sponda
e un'edera di nervi
rinasce sui trampoli
della mia marionetta.
Torno a gustare il sole
e i sapori del mondo,
una mano e un sorriso,
un incontro, un saluto,
e le rondini in volo
sui balconi del cuore,
nuove gemme fiorite
della mia primavera.
E' un ritorno alla vita,
la dolcezza di un disco,
l'emozione di un gol,
un ricordo d'amore,
e di nuovo viaggiare,
primi passi di corsa
sui sentieri dei monti,
sulle sabbie del mare,
e le luci lontane
verso un nuovo orizzonte,
e un sereno tramonto
tutto in lieve discesa.

giovedì 27 agosto 2009

Donna natura


E' un collage delle mie elaborazioni ( o elucubrazioni...) grafiche sul tema della donna integrata nella natura. E' un tema per me ricorrente : una volta lo realizzavo in camera oscura, sovrapponendo e ritoccando negativi fotografici. Ora, col computer, faccio meno fatica e ci metto meno tempo ( idee permettendo..)
Cliccare per visualizzare meglio.

Parole eccelse o puttanate ?

Ho aperto questo blog non so perchè, forse per la stessa ragione per cui ultimamente ho scritto il racconto dei miei ricordi antichi, di quand'ero bambino, per non perdere tutta la mia memoria, per tracciare una scia debolmente fosforescente dietro alla mia nave che si sta allontanando per sempre all'orizzonte.
Ora devo riempirlo con qualcosa, ma non ho messaggi profondi da trasmettere, spero solo di non dire solo puttanate.. Non è facile, ci penso su e vediamo se domani mi viene l'ispirazione...
A proposito del fosso da saltare di cui parlavo ieri, la canzone Autogrill di Guccini è un esempio di quante "sliding doors" ci sono capitate nella vita; quante volte ho scelto di non allungare la mia mano oltre quel bancone, e resta il dubbio se non aver dirottato la propria vita su un altro binario è stata saggezza, paura o solo stupidità.

lunedì 24 agosto 2009

Potere della musica


C'è stato un brutto periodo in cui la musica mi ha aiutato molto ad abbandonare virtualmente il mio letto d'ospedale, a vedere panorami diversi da quella finestra sempre fissa sul muro di fronte, a non sentire i rumori e i lamenti di quella stanza, a far passare più veloci quelle lunghe notti, a non sentire il dolore, a non lasciarsi prendere dallo sconforto o semplicemente dai momenti di tristezza.
Bastava chiudere gli occhi, mettere gli auricolari e dare il play ad una delle canzoni che avevano il potere di trasportarmi lontano, come ad esempio questa allegata di Giorgia , che mi ricorda mari lontani, atolli sorvolati come frittelle su un mare sfrigolante, con il condimento di una melodia che ti scioglie lentamente l'ansia e ti accarezza piano fino a farti addormentare....
( Meglio ascoltarla ad occhi chiusi : il video allegato rovina tutta l'atmosfera che crea la musica. Si vede il mare di Taormina, bello anch'esso, ma tutt'altra cosa di quello della canzone, che parla di mari tropicali e capanne in Nuova Guinea.... Le vedute cittadine, i vicoli e la gente non c'entrano niente, chi è quell'asino che ha fatto un tale abbinamento ?...)


domenica 16 agosto 2009

Passeggiata allegorica


Ieri ho percorso ancora il solito sentiero all'ombra delle fogle di alte robinie che facevano sfarfalleggiare il sole al soffio di una fresca brezza, confortevole alla pelle e al fluire dei pensieri. A destra e a sinistra il sentiero è accompagnato da due fossi d'irrigazione, con l'acqua veloce e trasparente, non alta ma non invitante, con le sue erbe insicure e le sponde opposte così incerte e misteriose.
Ho percorso anche ieri quel sentiero come tutta la mia vita, tra fossi che non ho mai avuto il coraggio o la voglia di saltare, preferendo andare avanti per la via più comoda, senza sapere se aldilà ci fosse qualcosa di meglio o di peggio della monotonia di un sentiero sicuro che conosco a memoria.
Arrivato in fondo, l'acqua del fosso a destra, più alto, traboccava attraverso il sentiero in quello di sinistra, sbarrandomi il cammino. Mi è sembrato l'ultimo invito a saltare, l'ultima occasione, ma ho avuto come il presentimento che fosse invece un presagio, che non fosse il salto verso una vita più eccitante, meno noiosa, ma un inganno, l'ultimo salto verso la fine, e sono tornato indietro.
Ma l'ho sentita come l'ennesima sconfitta, l'ennesima rinuncia, l'ennesimo rimpianto. Così ho deciso che domani ci ritorno, e stavolta il fosso provo a saltarlo, vada come vada.

sabato 15 agosto 2009

L'invasione degli ultracorpi


Ieri ho fatto una sudata correndo dietro al mio cane, che quando vede un suo consimile, senza saper distinguere razza, dimensioni e grado di aggressività, gli si getta incoscientemente e festosamente incontro con spirito giocoso, rischiando spesso l'azzannamento, perchè lui è così mite che, benchè grande e muscoloso, le prenderebbe anche da un pechinese.

Sono piuttosto sensibile alle correnti e il sudore evaporato alla brezza serale mi ha dato la sensazione di un raffreddore incipiente. Non era un contagio, perchè negli ultimi giorni ero stato in casa senza frequentazioni esterne, quindi il virus dovevo avercelo già dentro, latente, addormentato o ben sveglio, ma chiuso in una membrana che il venticello aveva soffiato via liberandolo.

Da qui alcune considerazioni metafisiche e metà-demenziali. Un essere microscopico come un virus, legato alla sua cellula e prigioniero come l'uomo alla terra, vedrà il corpo umano come l'universo, l'insieme degli organi nebulose che lo compongono, l'organo a cui appartiene la sua cellula il sistema solare della sua terra, da cui partire come una piccola astronave quando una mano misteriosa rompe l'involucro esterno, liberando la pressione che lo tiene appiccicato al suo ospite.

Chissà che concezione avrà il virus dell'universo, quella tolemaica, geocentrica, con la sua cellula al centro del corpo umano, oppure copernicana, eliocentrica, col suo organo al centro e la sua cellula che gli gira attorno con tutte le altre, o avrà già sviluppato una coscienza e una conoscenza più avanzata, sapendo che il corpo umano, con tutte le sue nebulose interne, è solo uno dei tanti universi che girano attorno ad una grande sfera che è un universo più grande, e quest'ultimo a sua volta uno dei tanti universi che girano e si muovono senza che alcuno abbia il privilegio della centralità rispetto agli altri, come tante minuscole o gigantesche sfere galleggianti sulla superficie di una gigantesca bolla di sapone, ognuna ugualmente equidistante dal suo orizzonte circolare.

Se per caso il mio piccolo virus aveva già nel suo DNA (ma un virus ha il DNA?) o comunque in sè l'informazione, l'istinto, la missione divina o satanica, o semplicemente la spinta casuale di spingere la sua miniastronave sempre più in alto, c'era il rischio che in un tempo indefinito, magari un anno come un miliardo di anni, invadesse tutti gli universi, e forse anche quello che c'è oltre gli universi.

La prospettiva di una terra senza più forme umane, animali e vegetali, ma popolata solo da virus dall'aspetto verosimilmente ributtante, e che lo stesso capitasse prima o poi anche alle eventuali altre migliaia di pianeti con forme di vita nei vari universi, mi fece decidere di prendere immediatamente un paio di aspirine per soffocare nella culla quel piccolo alieno che mi era nato dentro.

lunedì 10 agosto 2009

Fine del blog

Non so cosa speravate di trovarci. Mi spiace di aver deluso le vostre aspettative..