domenica 16 agosto 2009

Passeggiata allegorica


Ieri ho percorso ancora il solito sentiero all'ombra delle fogle di alte robinie che facevano sfarfalleggiare il sole al soffio di una fresca brezza, confortevole alla pelle e al fluire dei pensieri. A destra e a sinistra il sentiero è accompagnato da due fossi d'irrigazione, con l'acqua veloce e trasparente, non alta ma non invitante, con le sue erbe insicure e le sponde opposte così incerte e misteriose.
Ho percorso anche ieri quel sentiero come tutta la mia vita, tra fossi che non ho mai avuto il coraggio o la voglia di saltare, preferendo andare avanti per la via più comoda, senza sapere se aldilà ci fosse qualcosa di meglio o di peggio della monotonia di un sentiero sicuro che conosco a memoria.
Arrivato in fondo, l'acqua del fosso a destra, più alto, traboccava attraverso il sentiero in quello di sinistra, sbarrandomi il cammino. Mi è sembrato l'ultimo invito a saltare, l'ultima occasione, ma ho avuto come il presentimento che fosse invece un presagio, che non fosse il salto verso una vita più eccitante, meno noiosa, ma un inganno, l'ultimo salto verso la fine, e sono tornato indietro.
Ma l'ho sentita come l'ennesima sconfitta, l'ennesima rinuncia, l'ennesimo rimpianto. Così ho deciso che domani ci ritorno, e stavolta il fosso provo a saltarlo, vada come vada.

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