martedì 7 dicembre 2010

Il gabbiano, il comignolo e il nido


C’era un gabbiano che era stanco di fare il nido tra le fredde rocce e sugli scogli battuti dal mare, e invidiava le cicogne che facevano il nido sui comignoli, perché avevano sempre la paglia riscaldata dal tepore del focolare. Così volò su una grande isola e quando vide un bella villa con vista sul mare, atterrò sull’alto comignolo per farci il suo nido.
Ma non aveva, come le cicogne, un becco abbastanza grande per trasportare i rami lunghi e le canne fronzute, così i rametti e le paglie gli cascavano ogni volta giù dal camino, e alla fine della giornata, dopo un gran lavoro inutile, gli toccava dormire, in bilico su una zampa sola, sul bordo del comignolo, col rischio di cadere dentro mentre era addormentato.
Poi un giorno incontrò un gabbiano di città, che volava sulle montagne di rifiuti e non conosceva neppure il mare. Lui gli disse che nella discarica che frequentava c’erano dei materiali larghi e molto leggeri, che avrebbe potuto trasportare agevolmente.
Il gabbiano andò su quella discarica e infatti trovò delle lastre di espanso leggerissime, che senza alcuna fatica riuscì a portare sul comignolo per riempire la canna del camino. Poi raccolse altri materiali dalla discarica per completare il riempimento e costruire in cima il nido.
Ma il camino, così tappato, cominciò a far fumo. Il padrone di casa uscì fuori e urlando fece volar via il gabbiano, ma quello dopo un po’ tornava ad appollaiarsi sul comignolo.
Allora l’uomo salì sul tetto, cacciò il gabbiano a sassate e in sole tre ore liberò il camino dalla spazzatura; poi sedette sul comignolo, perché quello era il posto più alto e ci doveva stare solo lui.
Ma alcuni suoi dipendenti invidiosi accesero il camino per scottargli il sedere e costringerlo a mollare il posto. Lui allora saltò giù dal tetto e cacciò via tutti quegli infedeli, e tornò ad intrattenere i suoi ospiti russi ed africani cantando insieme al suo chitarrista di fiducia e alle sue ballerine.
Ma intanto il gabbiano era tornato alla discarica, aveva chiesto aiuto a tutti i suoi simili, e in centomila tornarono tutti in volo sopra quel tetto trasportando una montagna di spazzatura, che scaricarono sulla casa sommergendola completamente. Suonò l’impianto d’allarme , arrivò la protezione civile con le ruspe e l’esercito, ficcò tutta la spazzatura nei compattatori e ne uscirono un centinaio di ecoballe, che vennero messe nei container e spedite sul continente.
Quando la villa tornò alla luce e fu possibile ispezionarla, non fu trovata traccia di esseri umani, ma in tutte le stanze c’era un gran via-vai di gabbiani che attraverso le finestre trasportavano i rami e le foglie del bosco per costruirsi il nido.

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