sabato 24 aprile 2010

Ologrammi


Facebook non è fatto tanto per comunicare con gli amici che hai e conosci bene: con essi puoi parlare di persona, per telefono, per sms o mails; lo scopo di FB è principalmente quello di trovare e conoscere gente nuova, con cui stringere quel rapporto virtuale che questo social nerwork chiama "amicizia".
Però mi chiedo spesso se l'idea e l'immagine che mi sono fatta di una persona contattata e con la quale scambio messaggi corrisponde effettivamente alla persona reale o è solo il ritratto astratto che ho costruito nella mia mente, poco o per nulla aderente alla realtà.
Questo dubbio l'ho anche espresso in alcuni versi che mi hanno ispirato alcune "amicizie" create ultimamente e alimentate forse, solo dalla mia fantasia:

MOSAICO

Ho di te piccole tracce
Tasselli per crearti
E viverti ogni volta
Premendo il tasto enter
Della mia fantasia,
Incerta immagine
Un sorriso lanciato
Sui fili virtuali
Di rete senza limiti,
Parole e geroglifi
Misteri che incidi
Su lastre di elettroni,
Le note confondenti
Di messaggi condivisi,
Di soffici musiche,
Uno sguardo grigiazzurro
Dedicato all’ignoto,
Un enigma di versi
Intorno al tuo profilo,
Pagine di un album
Dove ti nascondi,
Frasi intercettate
Con cento amici
Oscuri indovinelli
Di gesti digitati.
Così ricompongo
Sul video le tue tessere
E ogni volta riappare
Il tuo volto riflesso,
Ricostruito ologramma,
Seconda faccia
Di una tela nascosta,
Per me solo uno specchio
Dove trucco ogni volta
La mia logora icona.

venerdì 23 aprile 2010

Dirimpettai


Nella villetta di fronte alla mia, nello stesso cortile, è arrivata da un pò di tempo una famiglia mussulmana, non so esattamente di quale paese, ma che osserva strettamente i dettami del Corano e le tradizioni religiose del suo paese per quanto riguarda l'abbigliamento, almeno quello femminile.
Infatti il marito, che non saluta e gira alla larga, veste però disinvoltamente abiti occidentali, ma impone all'harem delle sue donne (non so quante perché non si distinguono una dall'altra) il chador lungo fino ai piedi, e solo una ne vedo uscire soltanto con lo hijab, il velo in testa, perché nel posto dove va a lavorare evidentemente non accettano altro.
La madre è la più coperta di tutte, non è un burka ma poco ci manca, anche quando esce sul balcone per stendere il bucato si vedono solo gli occhi e le mani, ed è di una ritrosia estrema, se vede affacciarsi qualcuno di fronte scappa subito dentro come una lepre nella tana. Un giorno il postino ha recapitato per sbaglio a noi una lettera per loro. Mia moglie, quindi non un uomo, ha tentato di consegnargliela, ma quella si è barricata in casa e non c'è stato verso di scambiare una parola, e la lettera gliel'ha dovuta lasciare sulla soglia.
Siamo vicini di casa, e come tali non posso certo dire che disturbino, ma tra l'essere rumorosi e vivere in silente clausura ci potrebbe essere una via di mezzo magari un pò meno fondamentalista.
Non so quanto queste donne siano contente ed orgogliose delle loro tradizioni, ma specie vivendo in un paese con ben altro livello di emancipazione femminile dovrebbero accorgersi che la loro condizione le umilia piuttosto che onorarle come vorrebbero far creder loro gli uomini.

Piccoli orfani



Portando a spasso il cane sul solito campo incolto, l'ho visto scattare all'improvviso e davanti a lui guizzare all'impazzata un coniglietto selvatico, entrambi veloci come alle corse dei levrieri dietro la sagoma di lepre.
Mi ha fatto tornare in mente che due anni fa il mio cane aveva fiutato e trovato, nell'erba dello stesso prato, una piccola buca con dentro sette coniglietti appena nati. Ho portato via il cane perché non li addentasse, anche se li aveva già smossi e spostati. Il giorno dopo ho guardato e ce n'era uno morto, e il giorno seguente un altro ancora, segno che la madre non li allattava più, forse perché erano stati toccati.
Allora ho messo in un sacchetto i cinque superstiti e li ho portati a casa, messi in una scatola e poi, pazientemente, giorno dopo giorno, li ho "allattati" con una pipetta. Appena cresciuti un pò, li ho anche nutriti col trifoglio. Sembravano ormai fuori pericolo, ma poi feci l'errore di sciogliere nel latte un pò di biscotto, e questa "pappa" risultò letale, i piccoli morirono tutti nel giro di due giorni.
Mi dispiacque molto, e mi pentii di averli raccolti: forse se li avessi lasciati al loro posto qualcuno si sarebbe salvato, perché mamma coniglia sarebbe tornata, oppure la natura avrebbe fatto la prevista selezione e salvato il più forte.

mercoledì 21 aprile 2010

Sirena


Era proprio una sirena, con le gambe unite sul monosci che sembravano una sinuosa coda di pesce, il ventaglio di onde che si aprivano al suo passaggio come conchiglie aperte sotto una scivolante Venere, i capelli che pennellavano l'azzurro confine tra il cielo e il mare... Un'immagine lontana ma ancora vicina, che ho fermato allora con rapidi versi. Oggi li ho ritrovati pubblicati sul "Banco delle parole", vuol dire che quella sirena appare ancora viva, non solo a me:


Sciogliendo il tuo vestito
di mare perlinato,
voli sulle briglie
delle onde insaponate
da un trifoglio d’acciaio.
I tuoi capelli corrono
sul pettine del vento,
coda di fumo
di nave all’orizzonte,
il tuo corpo gioca
con le labbra del sole
e accelera il battito
dei miei pensieri.
Ora il tramonto
accende la tua pelle,
poi nel buio
il faro ti rincorre
col suo lazo di luce
sotto una nuvola
chiara di stelle.
E la notte nemica del sonno
che ora ti possiede
innalza torri notturne
alla mia fantasia dilatata.

lunedì 19 aprile 2010

Foreste a rotoli


Certo è un argomento assai poco poetico, ma merita un commento l'allarme secondo cui il consumo eccessivo e sempre crescente di carta igienica sta rapidamente distruggendo le foreste. Personalmente sono d'accordo, e convinto che una specifica doccetta opportunamente applicata ai servizi igienici preposti (come ho visto fare in paesi più lungimiranti )potrebbe sostituire molto più efficacemente la carta. Nello stesso tempo però si fa presente che in questo modo verrebbe incrementato il consumo di acqua che nel mondo scarseggia sempre più, e senz'acqua morirebbero anche gli alberi che si vogliono salvare.
Allora cosa dobbiamo fare? Visto che come esseri umani siamo produttori di escrementi e che la volatilizzazione degli stessi non l'hanno ancora inventata, come pensano gli studiosi del problema che dobbiamo pulirci più ecologicamente il deretano?
Secondo me un getto breve e mirato d'acqua è più igienico e non paragonabile al consumo di una doccia completa, ma se proprio dobbiamo usare la carta e non vogliamo distruggere le foreste, basterebbe, ad esempio, fare i giornali con massimo 20 pagine, anziché 65, ed ecco ampiamente compensato il consumo di rotoli "doppio velo"...

venerdì 16 aprile 2010

Risposte via mare


Il vecchio pescatore sedeva ogni sera vicino alla finestra che dava sul mare, accendeva un'antica lampada sul tavolo tarlato, apriva un logoro album di foto e ad ogni immagine tornava ad associare un ricordo, finché dalla finestra entrava la luce del tramonto. Ma un giorno cominciarono a costruire case davanti alla finestra, e la sua lampada divenne sempre più fioca, il suo tavolo sempre più malfermo, il suo album sempre più strappato, le sue foto sempre più sbiadite, i suoi ricordi sempre più lontani.
Allora ogni sera riprese ad uscire per andare in riva al mare, seduto sul solito vecchio tronco, ma senza più pescare. Scriveva pensieri, versi, messaggi che metteva nelle bottiglie e lanciava in mare, e le guardava allontanarsi verso il sole che scendeva all'orizzonte.
Poi un giorno, dopo una mareggiata, trovò una bottiglia sulla spiaggia, con una risposta ad un suo messaggio. Ne arrivarono altre, da quel giorno, alcune con parole, altre con poesie, altre da cui si ascoltava, aprendole, solo una musica.
Il vecchio tornò a casa con quei messaggi, riparò il suo album e cominciò ad attaccarli tutti in fila, e pian piano ebbe di nuovo il suo album dei ricordi, da sfogliare la sera al lume ravvivato della sua lampada.

mercoledì 14 aprile 2010

Fine dei giochi


Ricordo un lontano viaggio a Delhi. Allora i bambini cercavano di raggranellare qualche rupia per strada, o semplicemente chiedendo l'elemosina, o con più ingegno e fantasia vendendo pupazzetti di carta, andando sui trampoli, suonando un flauto artigianale, danzando e suonando tamburelli.
Ora invece non si sforzano più di tanto, e vendono hashish o, peggio ancora, piccoli cani da cucinare e mettere in tavola.
Come per i bambini che vedi questuare ai nostri semafori, si è persa anche laggiù la ingenua e spensierata innocenza dell'adolescenza per l'inquinamento deleterio trasmesso dai loschi pupari che manovrano quelle piccole marionette per i loro loschi affari.

martedì 13 aprile 2010

Antiparassitario cercasi


Ogni anno il melo e il pero fanno una bella fioritura (vedi foto) a cui seguono tanti bei frutti. Poi puntualmente arrivano i vari parassiti, in primis i classici vermiciattoli, che me li bacano tutti e difficilmente riesco ad assaggiarne qualcuno.
Ho tentato con qualche anticrittogamico specifico, ma senza risultato, forse sbaglio il periodo dell'irrorazione, o il tipo di prodotto o qualche altra cosa.
Se qualcuno mi sa dare il suggerimento giusto per avere successo e fare un buon raccolto, prometto una cassetta di frutta in ringraziamento....

lunedì 12 aprile 2010

Mondi virtuali



Quando era in voga Second Life, avevo provato ad entrare in quel mondo virtuale, non tanto per la poco attendibile possibilità di crearsi una seconda vita parallela dove, sotto altre spoglie, illudersi di essere diversi e fare allettanti incontri con altri sconosciuti avatars, ma per l'altrettanto illusoria possibilità di far soldi comprando e rivendendo terreni e gadgets vari.
Ma poi ho desistito quasi subito, sia perché di soldi eventualmente ce n'era solo da spendere, essendo quell'ambiente pieno di negozi e affollato di aziende che pubblicizzano i propri prodotti, sia perché i personaggi che si incontrano erano del tutto assurdi, e non sa mai chi ti sta di fronte, se maschio o femmina, se giovane o vecchio, se bene o male intenzionato ecc.
Insomma ti fai un alter ego a piacere, anch'esso del tutto assurdo o comunque di fantasia, ma fondamentalmente assai diverso dal tuo vero io, e trovi davanti un alieno o, se va bene, una maschera di carnevale con cui intrattenerti, litigare o, volendo, fornicare, con quale concreto godimento non saprei.
Molto meglio Facebook, dove, se non sei proprio bacato, ti presenti per quello che sei, gli altri sono normali e ci si scambia opinioni, musiche ed immagini senza particolari fini, se non quello di distrarsi, conoscere persone interessanti ed imparare qualcosa di nuovo.

sabato 10 aprile 2010

Architetture



Quando vedo le opere e leggo le interviste e dei cosiddetti archistars, RenzoPiano,Fuksas, Calatrava, Zaha Hadid, Frank Gehry, Eisenman, Koolhaas, Himmelblau, Libeskind, Herzog ecc.ecc., inizialmente trovo suggestiva la loro visione di un'architettura che emoziona, che sembra vincere le forze di gravità, come una nuvola nello spazio, "come una balena che nonostante le sue 30 tonnellate s'erge in aria per ricadere nel mare", e penso che l'istinto di costruire opere grandiose l'uomo l'ha sempre avuta, dalle Piramidi, alla Torre di Babele,alle grandi cupole, fino all'Empire e alle Torri Gemelle ( che poi però ha distrutto...)
Però c'è una bella differenza tra una cupola del Brunelleschi e un grattacielo a forma di budino arrotolato o foglia secca arricciata, o mi sbaglio?
Non dirò niente di originale, ma mi chiedo se questi grandi architetti, invece di costruire queste cattedrali nel deserto per soddisfare la propria vanità e le richieste di sceicchi e magnati, non potrebbero costruire più case normali per tutti, in modo da eliminare pian piano tante favelas e bidonville in giro per il mondo...
Però immagino che sarò subito tacciato di demagogia e populismo e di avere paragonato un'opera d'arte, diciamo un quadro autentico, alle migliaia di stampe che se ne possono fare. Ma non tutti possono comprarsi un Van Gogh, un Cezanne o un Dalì...

venerdì 9 aprile 2010

Visite


Tre dame intorno al cuor mi son venute e seggonsi di fore..... (Dante)
Beh, ma non fate complimenti, accomodatevi pure, qui dentro c'è tanto spazio.....

mercoledì 7 aprile 2010

Ingaggi


Ho visto in TV quel filmato allucinante in cui da un elicottero Apache viene sterminato un gruppo di civili a Bagdad, tra cui due reporters, rei di avere tra le mani dei teleobbiettivi scambiati per lanciarazzi.
Di civili innocenti, massacrati frettolosamente in nome delle famose "regole di ingaggio", se ne sono visti tanti in questi lunghi anni di battaglie e di schermaglie, ma alle atrocità delle guerre, da qualunque parte dei contendenti le si guardino e in qualunque parte si consumino, non si farà mai l'abitudine.
In una immagine in 3D che avevo realizzato tempo fa, e che riproduco qui sopra, mi auguravo che le armi venissero tutte smantellate e in particolare i carri armati adibiti a robuste roulotte per un inoffensivo e sano utilizzo dei campeggiatori.
Anche quella è stata un'utopia, ma chissà se arriverà mai un'epoca in cui gli uomini finiranno di scannarsi e i popoli di sopraffarsi...
C'è da augurarsi che l'accordo che verrà firmato domani tra Russia e Stati Uniti per la riduzione degli armamenti nucleari sia la prima pietra di questa inversione di tendenza.

martedì 6 aprile 2010

Chimere


Riprendo queste note dopo uno stop pasquale non dovuto, purtroppo a vacanze esotiche, ma a semplice esaurimento della vena creativa, come un minatore che in fondo al suo cunicolo trova ormai solo roccia dura e deve cominciare a scavare da un'altra parte.
Devo dire che mi sono anche parecchio distratto, in questi giorni, ad ammirare fuochi fatui che mi passavano davanti, ad inseguire invano aquiloni e farfalle di tutte le forme e di tutti i colori, a guardare ombrelli di stelle filanti d'artificio brillare in cielo e poi spegnersi, ad aspettare che raggi di sole filtrassero tra nubi multiformi, a raccogliere gomitoli d'erba sgocciolati da una rugiada ormai evaporata.
Dopo questa fase irrequieta e velleitariamente estatica, me ne torno ad una più tranquilla e coerente vita contemplativa..

giovedì 1 aprile 2010

Vibrazioni


Leggo che la Tecnica delle Vibrazioni Vediche della Ayurvedic University è basata sul fatto che ".. ad ogni suono corrisponde una precisa aerea del sistema nervoso e della sua regolare funzionalità. Quando in uno stato di completa rilassatezza si ascolta sussurrare una corretta combinazione di suoni si risveglia l'intelligenza interna del corpo e si ristabilisce il corretto equilibrio negli organi che ne hanno bisogno..."
Beh, mi sembra che non c'era bisogno di creare un'Università per fare questa sensazionale scoperta, più o meno pari a quella dell'acqua calda...
In parole povere il succitato assioma vuol rivelarci che ascoltare musica ha un effetto rilassante del corpo ed insieme stimolante dello spirito.
Quando ascolto una sinfonia di Brahms, una sonata di Chopin, o gli Enigma, gli Enya o semplicemente Sinatra, ottengo esattamente lo stesso effetto, senza bisogno di iscrivermi all'Università Ayurvedica...