mercoledì 21 aprile 2010
Sirena
Era proprio una sirena, con le gambe unite sul monosci che sembravano una sinuosa coda di pesce, il ventaglio di onde che si aprivano al suo passaggio come conchiglie aperte sotto una scivolante Venere, i capelli che pennellavano l'azzurro confine tra il cielo e il mare... Un'immagine lontana ma ancora vicina, che ho fermato allora con rapidi versi. Oggi li ho ritrovati pubblicati sul "Banco delle parole", vuol dire che quella sirena appare ancora viva, non solo a me:
Sciogliendo il tuo vestito
di mare perlinato,
voli sulle briglie
delle onde insaponate
da un trifoglio d’acciaio.
I tuoi capelli corrono
sul pettine del vento,
coda di fumo
di nave all’orizzonte,
il tuo corpo gioca
con le labbra del sole
e accelera il battito
dei miei pensieri.
Ora il tramonto
accende la tua pelle,
poi nel buio
il faro ti rincorre
col suo lazo di luce
sotto una nuvola
chiara di stelle.
E la notte nemica del sonno
che ora ti possiede
innalza torri notturne
alla mia fantasia dilatata.
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