sabato 6 marzo 2010
Pagina due
Un incauto slancio di immodestia mi costringe a riportare subito il commento appena ricevuto dal mio tutor circa il mio ultimo parto poetico. Niente male, considerato che, come avevo detto, quei versi li ho dovuti buttar giù a freddo, con un'operazione più cerebrale che emotiva. Mi chiedo allora se finora ho sbagliato a dedicarmi più alla prosa, e cosa verrebbe fuori se mi capitasse di comporre sotto l'impulso di un sentimento o di un'emozione meno artificiale...
Ho appena letto le poesie che ha dato oggi pomeriggio. Un bravo! senza riserve. Ha tirato fuori cose squillanti e sommesse insieme, lame che feriscono e accarezzano. Ritmo denso, preciso, vibrante. Non può trattarsi di un caso, lei certamente saprà come incanalare questa bella polla d'acqua sorgiva..
A questo punto mi sento autorizzato a propinarvene subito un'altra...
Allegri di festa si
Fanno
i colori
Della tua gonna
Sollevata dal vento
Sul lungomare
Di barche addormentate.
Volano sandali
E la tua corsa allegra
Salta le siepi
Verso la mia attesa.
Dai fiocchi disciolti
Scendono capelli
Ora biondi ora bruni.
Al tramonto
Si spengono i colori
Di vesti e di cabine
Ed entra sabbia
Nelle pieghe
Delle tue mani
Arrese all’amore.
Socchiudi gli occhi
Contro un cielo già buio,
Umida la tua pelle
Sapore salato,
E cresce il tuo respiro
Alla mia spinta
Fino a confondere
Il grido
Con la brezza notturna.
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1 commento:
Ti ricordi ?Già un po di tempo fa avevamo detto che forse il tuo mezzo espressivo migliore era la poesia.
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