domenica 30 gennaio 2011

Evanescenze


Eppure ti rivedo
quando frange la luce
sul dorso delle nubi,
e ancora sei presente
nelle gocce di pioggia
e sui profili azzurri
dei monti all’orizzonte,
e tra le felci ombrose
quando scende la notte,
e un albore di luna
s’accende sopra i tetti,
e il vento frulla i ciuffi
sul colmo dei canneti,
e stagna sopra l’acqua
un vapore di nebbia.
Ti vedo nel riflesso
quando brilla il cristallo
della neve assolata,
ti sento come un guanto
che morbido accarezza
quando un soffice gatto
s’arrotola sognando
e tubano le tortore
sui rami degli abeti.
E’ un angolo di cielo
quell’iride che torna
a pilotare i passi
del mio perpetuo errare
tra i miraggi e i fantasmi
di pagine impalpabili.
E’ un eco che riaffiora
dal fondo del tuo nome
quando ai tasti premuti
rispondono le note
e un velluto di rime
imprigiona l’ascolto,
quando schiudo diaframmi
su variopinti petali
e curve lenti infilzano
collane di colori,
immagini vaganti
sul vetro degli schermi.
S’accende e poi si spegne
il faro del tuo volto
tra i lampi dei ricordi
e le notturne veglie,
ma è un volo di scintille
e aldilà del burrone
che s’allarga pian piano
sei cerva che scompare
tra le foglie del tempo.

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