Inguaribili
Che cronica degenza
su queste due barelle
del nostro corridoio
dalle camere chiuse,
a fianco e forse liberi
da quella soffocante
camicia sempre doppia
di forza e di piacere,
ma sempre avviluppati
ancora tra le spire
dello stesso serpente.
Tu che le fasce da mummia
io srotolo ogni giorno
senza trovarne il capo
per vederti più nuda
e toccare le pieghe
delle tue cicatrici,
io che le bende insisto
a gettare strappate
perché le mie ferite
guariscano più in fretta
e tu che le riavvolgi
credendo di sanarmi
e invece imputridendo
di nuovo le mie piaghe.
1 commento:
Nota dell'autore: non sono situazioni attuali: ultimamente all'ospedale vado sempre da solo...
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