martedì 17 novembre 2009

Mattanze


Con tecniche di pesca che non hanno più niente a che vedere con la pur tragica e cruenta "camera della morte" delle tonnare, dove il pesce veniva pescato quando "Dio lo manda" e tutta la mattanza seguiva un rito quasi religioso, con cori e preghiere finali per la grazia ricevuta, ora centinaia di tonnellate di tonni, che rischiano l'estinzione, vengono pescate nei nostri mari per essere spedite in Giappone sulle tavole di chi non può fare a meno di un piatto di "sushi".
Con la stessa finalità i Giapponesi sono responsabili di altrettante 'camere della morte' nei loro mari, dove migliaia di delfini arrossano le acque di baie nascoste per finire ad imbandire le loro tavole, per non parlare delle stragi di balene fatte a cannonate, dove l'antico spirito della lotta uomo-balena, denso di simbolismi e di significati, letto in Moby-Dick tra il capitano Achab e la balena bianca, va a farsi benedire.
Sempre in tema di stragi di pesci fatte non per primaria necessità alimentare, ma per soddisfare i palati più esigenti e ricchi di tanti cinesi, ma anche di giapponesi, vorrei ricordare l'orrenda caccia sistematicamente fatta ai pescecani, ai quali vengono tagliate le pinne per fare una zuppa a detta loro prelibata, ma che di per sè non saprebbe di niente se non fosse insaporita con altri ingredienti come crostacei, pollo e vari molluschi.
Ma non voglio disputare "De gustibus", solo è osceno che si faccia uno spreco di cibo così assurdo, perchè i corpi dei pescecani, per non ingombrare i pescherecci che devono riempirsi di sole pinne, vengono ributtati a mare così amputati, e sopratutto che sia lecita una pesca così crudele, perchè questi poveri e magnifici squali sono destinati a morire dopo una lenta agonia.
Parlo da ex pescatore pentito: in gioventù feci parte di una spedizione di cacciatori sub nelle isole Hanish, nella parte yemenita del basso Mar Rosso. Io facevo prevalentemente foto-sub, ma viste le grandi prede mi lasciai tentare anche dal brivido della caccia e sparai anche ad un povero 'pinna bianca' non più lungo di due metri. Ho ancora la diapositiva che testimonia questa nefandezza, con l'arpione passato attraverso il povero squalo, che poi, per vendicarsi, mi morse una pinna quando tentai di recuperarlo. Fu l'ultima volta che usai un fucile subacqueo, e d'allora mi fanno pena anche i pesciolini che boccheggiano fuori dall'acqua.
Per tornare al sushi, anni fa in Giappone, quando andavo al ristorante, sceglievo i piatti a vista, perchè il menù locale era incomprensibile, ma c'erano delle perfette riproduzioni dei piatti in vetrina, e anche il menù turistico era fatto solo di foto. Mi capitò però di scegliere per sbaglio, confondendo quei cubetti per non so che, un piatto di sushi. Il sapore del pesce crudo mi diede un senso di nausea, e d'allora non l'ho più toccato, neppure quando è venuto in voga in Italia.
Ecco, vorrei che un giorno a tutti i giapponesi, come per magia, venisse d'un tratto lo stesso voltastomaco ogni volta che pensano di mangiare un piatto di sushi...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Anche quello che succede in un macello di carne bovina è impressionante.Mi sto convertendo sempre piu' al vegetariano.Pasta,cereali,legumi,verdure,formaggi e uova!

paolo ha detto...

Giusto, anche perchè l'impatto dei bovini sulla produzione di CO2 è molto più alto. Ma allora il discorso si allarga, vedi polli in batteria, agnelli, maiali ecc. Però i pesci arpionati e asfissiati, soffrono molto di più, anche se non hanno voce. E poi il sushi o la zuppa di pinne sono piatti per mense ricche, mentre la carne è di tutti, e convincere l'umanità intera (noi compresi) a privarsene sarà molto più dura, e probabilmente sarà troppo tardi per evitare mutamenti irreversibili sul pianeta. Ciao