sabato 21 novembre 2009

Scribo, ergo sum


Ci risiamo, ecco un altro articolo che vuole sviscerare i motivi reconditi per cui uno scrive sui cosiddetti social networks o sui blog, e si dilunga a fare un'indagine psicologica sui soggetti, come me, che hanno questo compulsivo disturbo della personalità...
Dunque apprendo che siamo schiavi della Rete, che ci impone ogni giorno con i suoi "Scrivi un commento" di esprimere un'opinione, e pian piano si resta così condizionati che chi non scrive, chi non commenta, non esiste, nessuno si accorge della sua vita, si è praticamente morti.
Allora, sempre secondo questa cruda analisi, scrivo perchè devo farmi sentire, devo far sapere che non sono un povero mentecatto senza un'opinione, devo scegliere, devo dire se sono a favore o contro qualcosa.
E ancora :" Possedere un'opinione è la trovata esistenziale di impotenti, di buoni a nulla che devono ininterrottamente esprimere un proprio parere perchè la realtà li terrorizza e li sovrasta..."
Accidenti, non credevo di essere conciato così, un delirio di nevrosi e di impotenza, roba da buttarsi dal 6° piano o affogare nell'alcool...
Beh, l'altra volta mi sono lasciato suggestionare, e per qualche giorno mi si è bloccata la tastiera. Stavolta me ne frego del perchè scrivo e se scrivo dall'abisso della mia anima inascoltata, o per lanciare dei pizzini farneticanti da un covo di gente anonima credendo che siano molotov che sconvolgono il mondo.
Non credo proprio di riconoscermi in questo ritratto, ma se anche fosse lasciatemi blaterare da questo pulpito semideserto, sono più innocuo degli speakers che parlano in Hide Park Corner su una cassetta di frutta, scrivo solo dei pensierini sulle mie mattonelle di ceramica appese in questo negozietto, chi vuole entra e dà uno sguardo, libero di sorridere o di criticare, ma per favore lasciamo stare la psicanalisi...

4 commenti:

arlette ha detto...

E questi che scrivono 'sti articoli? Non sono forse loro quelli che scrivono credendo di essere dei "grandi" sparando sentenze? Bah, io penso semplicemente che scriviamo per comunicare e che questo sia un modo per raffrontarsi con gente che diversamente non avremmo modo di ascoltare.Si, abbiamo voglia di comunicare e condividere, perchè siamo vivi, e se non capiscono questo...

Laura Raffaeli ha detto...

A volte si usano parole del genere affinché persone come noi bloggers ad esempio, la smettano di comunicare. In cui questo millennio ci vorrebbero ancora far star zitti? Io non mi spavento coi pareri di pseudo scienziati della mente, la mia è libera di scrivere, dire e pensare ciò che vuole, sfruttando risorse ecologiche quali il web, anziché deforestare per tonnellate di carta sovvenzionata da fondi pubblici quali i giornali di regime, ciao Laura
p.s.: grazie per avermi segnalato il tuo blog, mi sono iscritta per leggerti

Laura Raffaeli ha detto...

"In cui questo millennio" è un obbrobrio che m'è uscito fuori con la sintesi vocale :) prima che mi dicano anche asina

paolo ha detto...

Anch'io sono convinto che non bisogna lasciarsi imbavagliare, anche perchè scrivere su un blog non è certo volantinaggio da terroristi, e la libertà di esprimere opinioni e scambiarsi pareri è il sale della democrazia.
E giustamente, come dici tu, usare il web non è come sprecare 60 paginoni solo per stampare un quotidiano..