domenica 17 ottobre 2010

Passata la nuttata...

Visto che ho introdotto l'argomento malanni, concludo la vicenda con dei versi scritti successivamente all'intervento, in verità un pò arcaici come stile, forse per l'influsso degli studi classici, o solo per l'effetto dopante dei medicinali e di qualche premurosa infermiera.....

Sospinse un giorno i raggi suoi nel buio
del tetro stagno la lontana stella
dove caduto il mio vetusto tronco
giaceva inerte e privi ormai di linfa
erano i rami e senza luce spenti.
Destato dalla scossa e dal chiarore,
espulsa l’acqua dalle fibre intrise,
sospinto dalla forza dei fermenti,
di nuovo emerso e a quel tepore esposto,
ridiede vita ai vecchi suoi germogli
e a nuove foglie nel vento trepidanti.
Poi il sole scelse un emisfero opposto
e andò a scaldare rigidi orizzonti:
fu breve la stagione e la sua luce
rara si fece e il cielo una matassa
di nubi scure e gelide tempeste.
Venne l’autunno ad arrossir le foglie
del vecchio tronco e poi gelò l’inverno
di quei virgulti ogni rinato ardore.
Ma in fondo quel calore non fu perso
e la memoria di quel sole estivo:
la dura scorza in cuore inteneriva
anche se i giorni furono di neve.
S’aggiunse un nuovo anello al legno antico
mentre dormendo serbava vivi umori
e il sogno di una nuova primavera,
un sole nuovo che ti riscalda il cuore
e un raggio che trafigge il tuo guanciale.

Nessun commento: