mercoledì 30 dicembre 2009

Disgelo


Finalmente la neve si è sciolta, ed ho potuto fare un'ispezione del mio verde per scoprire i morti ed i feriti causati, non tanto dalla neve, ma dal gelo precedente.
Anche se non ho più la febbre maniacale di seminare e far crescere l'intera enciclopedia dei fiori delle piante nella serra privata che è diventato il mio giardino nel tempo ( nei vent'anni in cui quest'hobby è restato al primo posto della mia classifica, ho collezionato 173 diverse specie di vegetali in questo limitato spazio , e anche se ci sono stati tanti aborti e morti premature, ce n'è ancora abbastanza per dare all'area l'aspetto di una foresta amazzonica più che di un giardino...)
Una volta, quando il mio pollice non era di un verde sbiadito come ora, mettevo molta più cura nel proteggere le mie creature dai rigori invernali. Ora invece lascio fare alla natura, così sopravvivono solo i più forti e nel contempo si libera un po' di spazio per i superstiti, che possono allargare un po' le radici e i rami, con anche un miglioramento estetico di tutto l'insieme architettonico.
Cio' non toglie che ogni volta che trovo tristemente morta una delle mie piantine, stroncata dal freddo o anche dal caldo, è una stretta al cuore, perchè, come per gli animali, per me alle piante manca solo la parola. Per il resto, anche se non camminano, si muovono molto e sono, chi più chi meno, intelligenti (come capita anche agli uomini).
E poi sono indiscutibilmente belle, non solo le più appariscenti come i fiori, ma anche le più modeste, specie se si fa una macrofoto e le guardi da vicino.
Così anche quest'anno ho raccolto i miei piccoli cadaveri e li ho portati nel piccolo cimitero dove dormono tutte le vittime degli inverni passati e dove ogni tanto, a primavera, qualche piccola gemma risorge a rallegrarmi la vista e a confortarmi che la vita, a differenza di noi umani, per questi piccoli esseri continua anche dopo la morte.

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