mercoledì 24 novembre 2010

Il castagno e l'edera


C’era nel bosco un grande castagno che sovrastava con la sua folta chioma tutti gli alberelli e i cespugli del sottobosco. C’era però un’edera strisciante e invidiosa dell’altezza degli alberi, che voleva sollevarsi da terra e salire ad affacciarsi sul cielo aperto, così si arrampicò sul tronco rugoso del castagno per raggiungere i rami più alti. Ma arrivata in cima c’erano appesi ai rami tanti ricci di castagne e non riusciva a passare senza pungersi e ferirsi le foglie.
L’edera, col suo fare sinuoso e infido, cercò di convincere il castagno a lasciar cadere i suoi frutti e a farla passare, ma le castagne non erano ancora mature e l’albero si rifiutò.
Allora l’edera fece salire altri tralci dalle sue radici e avvolse completamente il tronco del castagno, minacciandolo di soffocarlo e farlo morire. Il castagno non voleva cedere a quella prepotenza e arrendersi al ricatto, ma sentiva che lentamente quel parassita lo stava strozzando fino a impedirgli di aspirare la sua linfa.
Chiese aiuto ai funghi del bosco, pregandoli di fare un cerchio attorno al suo tronco per non far passare l’edera, ma i funghi chiesero in cambio un diritto perenne di attaccarsi alle sue radici e succhiare la sua linfa, col rischio di farlo morire ugualmente. Così rifiutò.
Chiese aiuto ai bruchi, perché salissero in cima all’edera e le rosicchiassero tutti gli apici dei germogli per non farli più crescere, ma quelli chiesero in cambio di mangiarsi anche le sue foglie. Questo l’avrebbe fatto morire lo stesso, e allora disse ancora di no.
Infine si rivolse al fulmine, pregandolo di scaricarsi sull’edera e bruciarla, ma il fulmine rispose che non poteva fare distinzioni, e se avesse colpito l’edera avrebbe bruciato anche il suo tronco. E il castagno fu costretto a rifiutare anche questo aiuto.
Così alla fine dovette rendersi conto che di fronte alle minacce dei sopraffattori e dei prepotenti non poteva contare sull’aiuto di quelli che erano pronti ad approfittare di chi si trova in difficoltà , ma che doveva cercare un amico disinteressato.
Così chiese consiglio al tempo. Il tempo gli disse di resistere finché fosse arrivato lui a sistemare tutto. Infatti venne l’autunno, le castagne maturarono e i ricci caddero a terra. Arrivò nel bosco il contadino con tutta la sua famiglia a raccogliere le castagne, vide l’albero ricoperto dall’edera e allora con la falce tagliò tutti i tralci alla base per farli morire, ed estirpò anche tutta l’edera attorno alle radici del castagno.
Morale della favola: di fronte alle avversità e agli attacchi dei nemici, non bisogna arrendersi, ma resistere e aspettare che il tempo faccia maturare il frutto della rivalsa.

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