sabato 13 novembre 2010

Il gatto e la cicogna


Tanto tempo fa una bimba vide allo zoo una tigre e chiese a Gesù Bambino di portargliene una. Ma la tigre era troppo feroce da tenere in casa e giocarci, così Lui creò un modello ridotto di tigre che chiamò gatto. Il gatto però non aveva perso l'istinto tigresco del cacciatore di prede e si appostava sempre per tendere agguati agli uccellini, e quando se ne posava uno sul prato, con un gran balzo lo afferrava e se lo mangiava.
Un giorno il gatto vide passare in cielo una cicogna, ma così da lontano gli sembrava un piccolo uccello. La seguì mentre con ampi giri si avvicinava, poi la vide scendere sul tetto di una casa vicina dove c'era un fiocco sulla porta, e calare dal comignolo un grosso involto che teneva col becco. Un altro giorno la vide di nuovo atterrare su un'altra casa che aveva esposto un fiocco sulla porta, e far scendere un altro fagotto giù dal camino.
Allora pensò di attirarla anche sulla sua casa. Memtre giocava con la bambina, le rubò un fiocco e lo attaccò alla porta. Poi si mise ad aspettare sul tetto, nascosto dietro il grosso fumaiolo, e quando vide arrivare la cicogna saltò fuori e l'afferrò per le zampe. Ma la cicogna aveva grandi ali e volò subito in alto portandosi dietro il gatto aggrappato alle lunghe zampe, finché lui, spaventato da quell'altezza, mollò la presa e ricadde pesantemente a terra, mentre la cicogna tornò a depositare il fagotto nel suo nido.
Il gatto aveva picchiato la schiena ed era tutto dolorante, e voleva vendicarsi per lo smacco subito. Allora il giorno dopo riappese il fiocco alla porta per far tornare la cicogna. Ma lei aveva capito l'inganno e stavolta arrivò senza involto, attese che il gatto le saltasse addosso, poi l'afferrò col becco, lo riportò ancora più in alto e poi lo lasciò cadere, stavolta sul duro asfalto.
Il gatto si fece ancora più male, imparò la lezione e da quella volta non infastidì più la cicogna, ma soprattutto da quel giorno salì ripetutamente sul tetto e saltò giù sul prato, finché ebbe imparato ad atterrare sempre sulle quattro zampe.
E questa tecnica seppe trasmetterla ai suoi discendenti: infatti da allora, anche se un gatto cade a zampe all'aria, atterra sempre sulle quattro zampe.

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