domenica 7 novembre 2010
Il rospo e la cicala
Su un lungo stelo del canneto pescante nello stagno, la cicala lustrava le sue ali, sulle quali si riflettevano gli iridescenti arabeschi del sole, mentre il frinire del suo canto accompagnava le lievi folate del vento che pettinava l'erba sulla riva.
Il rospo sollevò i suoi occhi globosi dal pelo dell'acqua per spiare la cicala. Voleva spiccare un salto per mangiarla ma restò ammaliato dal suo canto, e cominciò a gracidare all'unisono, pensando di dar vita ad un piacevole duetto canoro con la cicala. Ma il suo gracidio era stridente e sgradevole, e la cicala volò via infastidita. Allora il rospo nuotò fino alla sponda dove aveva visto un bel grillo e con un balzo lo ingoiò. Il grillo continuò a trillare anche in gola al rospo, che attese il ritorno della cicala, poi aprì la bocca e cominciò ad accompagnare il frinire col canto del suo grillo.
La cicala si avvicinò per ascoltare la voce del rospo diventata così armoniosa. Il rospo spalancò la bocca per mangiarla e il grillo scappò via. Al rospo sfuggì un orrendo gracidio e la cicala volò via sdegnata.
Il rospo si rituffò nello stagno e da quel giorno lasciò in pace la cicala.
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