sabato 27 novembre 2010
Il pastore e l'ulivo
C’era un vecchio pastore che aveva una sola vecchia pecora e un vecchio cane. Andava ogni giorno, da anni, nel suo campo pieno di vecchi ulivi, ma era sempre più stanco, e quando il sole picchiava forte si stendeva all’ombra dell’ulivo più frondoso e si addormentava, insieme alla sua pecora e al suo cane.
E ogni volta faceva lo stesso sogno: sognava di quando era arrivato il lupo e gli aveva sbranato tutte le pecore, e allora si risvegliava tutto tremante, accarezzando il cane e la pecora che dormivano accanto a lui.
Un giorno cambiò ulivo, perché il sole era più basso e l’ombra era girata. Si addormentò e fece un altro sogno, di quando un incendio gli aveva distrutto la casa e ucciso moglie e figli, e si era salvato solo il cane. Il giorno dopo, sotto lo stesso ulivo, rifece lo stesso sogno, e anche il giorno appresso.
Provò a cambiare ancora ulivo, e stavolta sognò di quando era tornato da militare e gli avevano dato una medaglia, poi, sotto un altro ulivo, di quando era caduto dalla scala per cogliere le olive e si era rotta la gamba, e per poco non moriva se il suo cane non avesse dato l’allarme. E anche il giorno successivo, sotto la stessa pianta, rifece esattamente lo stesso sogno.
Cambiò ancora e sognò il giorno del suo matrimonio, poi la nascita del suo primo figlio, poi andò sotto l’albero con intagliato un giorno ed un cuore e sognò di quando s’era innamorato la prima volta.
Allora si ricordò che durante la vita aveva intagliato su un ulivo, ogni volta diverso, la data del giorno in cui gli era successo qualcosa di particolare, per cui capì che ogni pianta con una data incisa era legata ad un episodio significativo, bello o brutto, della sua lunga vita, e che dormendo sotto quella pianta poteva rivivere in sogno quell’episodio, e che il sogno cambiava se cambiava l’ulivo sotto il quale si addormentava.
Da quel giorno scelse di dormire solo sotto gli ulivi con incise le date dei giorni più felici, o comunque belli e sereni, evitando di dormire sotto quelli che gli avrebbero risvegliato brutti ricordi.
Il tempo passò e venne il giorno che si sentì così stanco che non sapeva se avrebbe avuto la forza di rialzarsi, anche se si fosse risvegliato. Allora incise su un tronco la data di quello stesso giorno, e poi si distese a dormire. Sognò di quella volta che era venuto nell’uliveto insieme al suo nipotino, e mostrandogli i grandi ulivi, gli aveva detto: “Quando non ci sarò più, tutte queste olive saranno tue” E il bambino aveva risposto: “Ma nonno, come faccio a prenderle, se sono così alte ?”
“ Non ti preoccupare – gli aveva detto – quando verrà quel giorno non farai nessuna fatica a prenderle”.
Quando quella sera suo nipote, ormai ragazzo, non vedendolo tornare venne a cercarlo, lo trovò con il suo vecchio cane raggomitolato in grembo, e la sua vecchia pecora stretta a fianco, tutti e tre addormentati per sempre.
E tutte le olive erano cadute a terra dai rami degli ulivi, pronte per essere raccolte.
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