domenica 14 novembre 2010

Il grillo e la cavalletta


C’erano una volta un grillo e una cavalletta, ma di sesso inverso a quello che farebbe supporre il nome, nel senso che il grillo era una femmina e la cavalletta un maschio.
Il grillo viveva in un prato e passava gran parte del tempo suonando il suo strumento.
La cavalletta viveva in un orto dall’altra parte di un fossato, perché non gli piaceva l’erba e invece era ghiotto di verdure. Sentiva arrivare da lontano il “cri-cri” del grillo ed era curioso di conoscere chi fosse a suonare così bene, ma ormai era troppo vecchio per volare e non aveva il coraggio di fare un salto così lungo per attraversare il fosso.
Allora lanciò un appello attraverso le lunghe antenne a tutti gli insetti del prato, sperando che rispondesse anche il grillo, cioè la grillina. Quando sentì vibrare le antenne con le risposte, le ascoltò tutte finché riconobbe il caratteristico trillo della grillina.
Allora le mandò un messaggio personale, spacciandosi per un grillo maschio che si era un po’ invaghito di lei sentendola suonare. La grillina, lusingata da quei complimenti, accettò l’amicizia e iniziò a scambiare messaggi con la cavalletta, prima parlando solo del tempo, di fiori e di insalata, poi anche di musica, perché la cavalletta sapeva solo strofinare le elitre emettendo un suono stridente e per niente armonioso, e voleva che la grillina gli insegnasse a suonare e cantare melodiosamente come lei.
La risposta che arrivò fu incoraggiante e preoccupante insieme: se voleva delle lezioni di canto non poteva dargliele da lontano, ma doveva recarsi sul prato personalmente. Ma la cavalletta non voleva farsi vedere, perché in confronto ad un grillo era un essere grande e grosso, e soprattutto vecchio. Rispose che sarebbe andato a lezione, ma solo di notte, perché di giorno doveva lavorare a falciare le verdure dell’orto.
Così, un paio di notti dopo, approfittò di una canna piegata sul fosso per passare sull’altra sponda, e con una lucciola in testa per farsi luce andò a cercare la grillina, che dormiva su una foglia di tarassaco.
Quando l’ebbe trovata, cercò di svegliarla carezzandola dolcemente con una delle lunghe zampe, ma quei movimenti delicati erano contrari alla sua rudimentale struttura e natura: la zampa gli scattò come una molla e finì per dare un gran calcio alla grillina, che precipitò a terra svegliandosi di soprassalto. Vide un grande ombra su di sé, e credendo fosse un mostro tentacolare che col suo occhio luminoso in testa stava per afferrarla e forse per mangiarla, scappò via spaventata. Chiese aiuto ad una formica amica sua, che corse al nido a chiamare tutte le altre. Un esercito di formiche si mosse rapidamente contro la cavalletta, cominciò ad addentarla da tutte le parti e poi a trascinarla verso il nido, per finirla a morsi e farne tante bistecche per l’inverno.
Allora la cavalletta, per liberarsi da quelle piccole belve fameliche, con un ultimo sforzo si trascinò sulla riva del fossato e si buttò in acqua, dove però affogò miseramente e finì in bocca alle rane.
Morale della favola: se vuoi delle lezioni di musica, accontentati dei corsi per corrispondenza…

1 commento:

Anonimo ha detto...

o magari rivolgiti ad una buona scuola musicale!!! Che narratore!
Ciao Paolo .. Teresa