sabato 23 gennaio 2010

Tic,toc, TAC & Co.


Sono due giorni che guardo con l’acquolina nel piatto degli altri perché sto digiunando per fare un esame preventivo, uno di quelli che periodicamente sono consigliati dal medico perché “non si sa mai…”.
Se aggiungiamo tutti i controlli che facciamo spontaneamente perché, con quello che si sente e si legge, diventiamo un po’ tutti ipocondriaci, più quelli necessari per curare malattie accertate, più tutti quelli generati a catena per diagnosticare con certezza disturbi denunciati, ma che il tuo o altri medici non riescono a decifrare, si arriva a capire perché gli ambulatori sono sempre strapieni e perché il costo della sanità, e il nostro personale delle medicine, è sempre così alto.
Nel mio caso, ad esempio, ho perso il conto di quante periodiche radiografie e TAC ho dovuto fare per controllare che non ci sia più neanche un solo batterio superstite di un’infezione avuta qualche anno fa e che appunto, secondo il criterio del “non si sa mai”, potrebbe causarmi una recidiva.
Dell’infezione non c’è più traccia da un pezzo, in compenso ho accumulato tanta radioattività ( ho letto che una TAC corrisponde mediamente a 500 radiografie…) che quando, seguendo le mie volontà, mi cremeranno, le mie ceneri saranno rifiuti tossici da smaltire come quelli delle centrali atomiche… E dire che speravo poeticamente che venissero sparse in giardino, per fertilizzare le mie piante e magari rivivere un po’ ogni anno nei loro germogli…
Mi piacerebbe buttare uno sguardo in un ambulatorio del 2500 o più avanti ancora. Magari allora il progresso della scienza medica avrà inventato una specie di ‘body-scanner’ che, introdotto il paziente, fornisce infallibilmente e immediatamente la diagnosi completa e perfetta del suo stato di salute, o di malattia anche solo appena incipiente, facendo così risparmiare miliardi allo stato e al cittadino.
La contropartita però sarebbe un’allungamento della vita esagerato, un mondo sovraffollato da miliardi di vecchi con tutte le controindicazioni del caso. Ma potrei invece trovarmi davanti una terra già deserta come Marte, con le specie viventi già estinte per catastrofi naturali di cui già ora si avvertono i sintomi…

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