martedì 12 gennaio 2010

Lo squalo cieco


Stavo pinneggiando lentamente lungo la barriera, a caccia di nuovi variopinti pesci o coralli da fotografare, quando sotto l’ombrello di una madrepora vidi sporgere la coda di un “pinna bianca”, uno dei tranquilli squali che spesso incontravo, sempre in moto perpetuo su quei fondali, ma mai coricati a terra come una nutrice. Mi avvicinai, girai attorno al grosso fungo e compresi il motivo di quella stranezza: il povero squalo aveva un arpione conficcato in capo, proprio in corrispondenza dell’occhio, e un pezzo di sagola, che lui aveva evidentemente troncato per liberarsi, pendeva dall’estremità dell’asta.
Un cacciatore sub deficiente si era evidentemente divertito a fiocinare quel bel pesce, non certo per esigenze alimentari, ma solo per il gusto di ammazzare prede inutili e farsi bello con gli amici.
Così ferito ed accecato, lo squalo non era evidentemente più in grado di nuotare e trovare cibo ed orientamento, ed era destinato ad una rapida fine. Per cercare di aiutarlo, afferrai l’asta e tentai di strapparla dalla sua carne, ma l’aletta terminale era ben conficcata ed impediva l’estrazione, e provocai soltanto ulteriore strazio alla ferita. Lo squalo, per il dolore, reagì con uno scatto improvviso, rovesciandosi fuori dal riparo e venendomi addosso. Feci appena in tempo ad arretrare e il suo morso azzannò soltanto una mia pinna, poi lui girò il muso nuovamente verso il fondale e si allontanò pinneggiando a zig zag e tutto sbandato da un lato, col suo arpione ancora infilzato nell'occhio, cercando penosamente di orientarsi in quel mare diventato per lui ormai buio ed ostile.
La lezione tratta dall’avventura era che se non conosci bene l’ammalato e sei inesperto di medicine le buone intenzioni sono spesso controproducenti e arrechi più danno che beneficio.

P.S. Nota dell'autore: qualcuno si chiederà il motivo di questi continui post sul tema della cecità .. E' che devo scontare una penitenza autoimpostami, e forse ce ne saranno ancora, se non mi arriva un segnale che possono bastare...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Teresa: perchè ti sei messo in penitenza?
Povero squalo..

paolo ha detto...

Il perchè della penitenza autoinflitta non te lo posso spiegare, è un fatto personale.
Quanto allo squalo, racconto un episodio vero capitatomi durante una spedizione sub, e il pescatore deficiente in realtà sono stato io (come ho già confessato nel post del 27 Novembre..).
Ma qui il racconto assume un significato allegorico, perchè appunto devo scontare queste penitenze....