martedì 23 febbraio 2010

Consumismo


Cerco di non annoiarmi mai: se ho finito un lavoro fisico, o uno creativo, o di leggere o di scrivere, ne attacco subito un altro, perché ho notato che se si lascia una sosta, uno spazio tra un'attività e un'altra, subentra lo stimolo compulsivo dello shopping, un'inquietudine che ti spinge ad uscire e colmare la tua insoddisfazione interiore con qualche acquisto superfluo. E' come la dipendenza dal fumo, se smetti di agire, subentra la noia e tiri fuori la sigaretta...
La frase rivelatrice di questo stato è " Beh, vado a farmi un giro..." E' una frase che ti costa cara, se non altro due o tre ore stancanti che ti aumentano solo la nevrosi, quando torni a mani vuote, ma che ti svuotano il portafoglio, se torni a casa con un DVD ( un altro!), un monitor intelligente (a far che?) o una TV di ultima generazione (e la tua?), che certo non ti rendono certo più felice, ma senz'altro più povero...

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